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La causa è «ridicola» e il giudice in aula bacchetta i cittadini

La causa è «ridicola»  e il giudice in aula bacchetta i cittadini

Quando avevano deciso di rivolgersi al tribunale per ottenere giustizia, non avrebbero mai pensato che, alla fine, si sarebbero anche sentiti fare una bella ramanzina. Eppure, in fondo, la legge era dalla loro parte. Forse, almeno questo è ciò che pensa il giudice, non il buon senso. È accaduto che, a Chiavari, un magistrato chiamato a pronunciarsi su una lite tra condòmini per deiezioni canine, una volta comprese le ragioni che avevano dato origine alla lunga causa penale che si stava discutendo alla sua presenza, abbia rimbrottato duramente i contendenti, accusandoli di intasare con processi ridicoli le aule dei tribunali. Tutto nasceva da una questione tra vicini di casa. In particolare, il proprietario di un cane non aveva rispettato l’ordinanza del giudice che gli imponeva di togliere «i ricordini» del suo Fido dal giardino condominiale e uno degli inquilini lo aveva trascinato in un processo penale. Il peggio però è stato quando il giudice, resosi conto della vicenda e dopo aver preso atto che uno degli inquilini si era costituito parte civile per chiedere i danni, ha bacchettato tutti i protagonisti della vicenda.
«Se fossi al vostro posto - ha detto durante il processo il giudice Roberto Carta del tribunale di Chiavari - proverei un certo imbarazzo ad arrivare di fronte al tribunale per questa vicenda. Non capisco come non vi rendiate conto che con questo processo avete messo in moto la macchina della giustizia che di suo ha già problemi».
Per questa vicenda è stato chiesto un provvedimento di urgenza ad un giudice della sezione civile per far rimuovere le deiezioni canine dal giardino, poi si è arrivati ad una causa davanti al giudice di pace e, ieri mattina, ad un processo penale poiché il padrone dell’animale non ha rispettato quanto intimato dal giudice.

I ricorrenti sono rimasti a bocca aperta: oltre al danno di un giardino condominiale impraticabile anche la beffa del rimprovero del giudice. E forse nella loro testa si sarà affacciata la domanda: meglio farsi giustizia da soli?

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