Il Cav corregge il suo deputato: la prescrizione breve non si farà

Il premier boccia la proposta di legge sulla prescrizione breve avanzata dal deputato Vitali. Ribadisce che la maggiornaza è più coesa di prima e che "il testo della riforma costituzionale della giustizia è già scritto". Sulla situazione politica: "Essendo chiamati a una presenza continua durante le votazioni abbiamo bisogno che il numero di sottosegretari aumenti". Previsto per questo un ddl ad hoc, ma il rimpasto non è una cosa prossima. Sui tagli della spesa pubblica il Cav concorda con Napolitano: "Appropriate le parole del Presidente, non bisogna intervenire con il machete, ma con prudenza e saggezza"

Il Cav corregge il suo deputato: 
la prescrizione breve non si farà

Helsinki - "La proposta di legge sulla prescrizione breve è stata presentato da un nostro deputato che è stato invitato a ritirarla". Toglie ogni dubbi così il presidente del Consiglio, parlando con i giornalisti dal vertice del Ppe di Helsinki. Il Cav affronta tutti i temi di attualità, tenendo a precisare che la "maggioranza è coesa e solida" e che ci si adopererà già dal Cdm di giovedì per riformare la giustizia.  Sulla giustizia, il Cav afferma: "Il testo di riforma costituzionale è già pronto". Alla domanda se il testo sia già pronto, il premier risponde così: "Assolutamente sì, siamo già d’accordo su tutti i punti principali. Poi sarà, naturalmente, il Parlamento ad approfondire, discutere ed introdurre eventualmente innovazioni più profonde". "Giovedì prossimo - ha spiegato il Cavaliere - faremo una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri per approvare quella riforma della giustizia che precedentemente non abbiamo potuto presentare per il "no" aprioristico di Fini e dei suoi".

Aumento sottosegretari Sulla situazione politica dice: "Oggi siamo una maggioranza che è numericamente inferiore ma molto più coesa e questo ci consente di lavorare meglio". "Il Governo presenterà un disegno di legge ad hoc per consentire l’aumento del numero dei sottosegretari", aggiungendo però che il rimpasto del Governo non sarà realizzato martedì prossimo. "Essendo chiamati ad una presenza continua durante le votazioni - ha spiegato Berlusconi - abbiamo bisogno che il numero di sottosegretari aumenti". Poi, il premier concorda con quanto dichiarato dal capo dello Stato Napolitano: "Mi sembrano appropriate le parole del Presidente, non bisogna intervenire con il machete, ma con prudenza e saggezza".

La crisi economica  L’Italia chiederà all’Unione Europea che non sia richiesta una riduzione "meccanica" del debito che possa incidere sulla possibilità di crescita. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, riferendosi alle modifiche al patto di stabilità. Al termine della cena dei leader del Ppe, Berlusconi ha sottolineato che l’Italia ha chiesto che "per i paesi indebitati che hanno ereditato un grande debito dal passato, non si applichi una riduzione meccanica che incida sulla possibilità di crescita". La priorità dell’Italia, ha aggiunto Berlusconi, "è quella di varare politiche comuni a sostegno della crescita".

Sulla Libia "Non so dirle se questo potrà avvenire, ma occorre distinguere bene sulle partecipazioni della Libia in quanto popolo libico e le partecipazioni che invece sono attinenti ad una famiglia: quindi staremo molto attenti ad una distinzione». Così il premier Silvio Berlusconi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se l’Ue, e l’Italia, intendessero congelare le partecipazioni anche dei fondi sovrani e della Banca libica nelle società europee (in Italia le più rilevanti in Unicredit e Finmeccanica). "Siamo tutti concordi che dobbiamo muoverci insieme e che l’Europa deve preparare un Piano Marshall di sostegno di tutti i Paesi che stanno compiendo questo cambiamento", ha aggiunto Berlusconi.

"Speriamo che ci sia un cambiamento in Libia come quelli avvenuti in Tunisia e in Egitto verso una democrazia che consenta di mantenere la relazione di preminenza per la nostra economia" perché bisogna "continuare a dare il nostro impulso ai movimenti democratici", ha concluso il premier, riferendo di possibili aiuti "a Bengasi e alle forze che lì si sono instaurate" e aggiungendo che non si è parlato di intervento armato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica