Roma La linea Letta-Alfano sembra dare i suoi frutti. Per quanto riguarda il nodo relativo allo scudo processuale per il presidente del Consiglio e il capo dello Stato la trattativa prosegue. E all’orizzonte si vede una schiarita, specie nel fronte finiano. Non gratis, naturalmente. Dopo l’accoglimento delle perplessità del Colle, sull’ipotetico voto parlamentare sulla sospensione del processo per il presidente della Repubblica (che infatti verrà tolto ndr ), il Pdl apre anche alla richiesta di Fini di non renderlo reiterabile. Un’apertura salutata con l’applauso dai finiani. I giochi non si sono ancora conclusi ma negli ambienti del Fli si mormora che il Lodo- corretto in questo modo in realtà un «Lodino» - potrebbe tagliare il traguardo al Senato. Che è esattamente quello che vuole il Pdl, nella speranza che il solo via libera in una delle due Camere possa comportare lo stop della decisione dei giudici della Corte costituzionale sul legittimo impedimento. Sentenza prevista il 14 dicembre: ecco perché è bene fare in fretta. Tra i pidiellini c’è fiducia nell’atteggiamento dei finiani perché «così potranno cantare vittoria per aver portato a casa la non reiterabilità». In pratica «è una concessione all’ultimo giro di Berlusconi», ammette un anonimo finiano. Tuttavia il tavolo della trattativa resta in piedi nonostante le anticipazioni del libro di Bruno Vespa abbiano ieri raccontato un Berlusconi determinatissimo. «Ritengo che una legge che sospenda i processi delle più alte cariche dello Stato mentre adempiono alle loro funzioni istituzionali sia opportuna- ha detto Berlusconi- . E anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile ». Non solo: «Proprio a causa di questi comportamenti dei magistrati politicizzati i nostri parlamentari ha attaccato Berlusconi - sono in procinto di chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta». Dichiarazioni chehanno subito provocato il niet preventivo del proconsole finiano Italo Bocchino: la commissione «non è nel programma di governo, pertanto la nostra disponibilità è nulla». Frasi del premier, quelle anticipate da Vespa, frutto di un colloquio avuto con il giornalista la settimana scorsa. Tutto superato? Non proprio, soltanto per quanto riguarda il Lodo Alfano, visto che lo stesso Vespa ha precisato di aver chiesto a Berlusconi, lunedì scorso, se avesse cambiato idea «alla luce degli avvenimenti degli ultimi giorni e il presidente del Consiglio ha risposto “no”».Lodo sacrosanto, quindi, e forse a portata di mano in prima lettura al Senato. Ma l’umore del premier,ieri, non era affatto dei migliori. Complice un’influenza che lo costringerà ad Arcore ancora per qualche giorno, Berlusconi è anche indispettito per i continui segnali non proprio edificanti sul partito. Ieri uno dei fondatori di Forza Italia, l’ex ministro Alfredo Biondi, ha detto di voler lasciare la direzione centrale del Pdl. Il senatore Enrico Musso l’ha seguito a ruota e ha dichiarato di esser pronto a lasciare anche lui. Insomma, il numero dei malpancisti cresce e, anche se non disposti a far le valigie per trovare accoglienza altrove, gli scontenti potrebbero diventare ossigeno per un eventuale governo tecnico.
Un vero e proprio «ribaltone», una riedizione del 1995, su cui circola anche il nome del nuovo Dini: Beppe Pisanu. Resta il dubbio amletico: Napolitano si presterebbe a benedire questa operazione appiccicandosi addosso l’etichetta di nuovo Scalfaro?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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