Roma - «Amareggiato», perché il j’accuse pubblico di Veronica Lario l’ha costretto «a malincuore» a una replica a mezzo stampa nella quale ha dovuto mettere in piazza faccende private di cui «era doveroso non parlare». Ma anche «indignato», perché in questa vicenda «c’è stata una vera e propria operazione» di «criminalità mediatica» portata avanti «dai giornali vicino alla sinistra».
Ufficialmente Silvio Berlusconi sceglie la via del silenzio e passa la giornata chiuso a Villa San Martino, nel quartier generale di Arcore. In privato, però, il Cavaliere continua a ripetere quanto è andato dicendo fin da martedì scorso, quando durante la sua visita a Varsavia era arrivata come «un fulmine a ciel sereno» la dichiarazione di Veronica all’Ansa. Ci sono giornali che «hanno montato un putiferio», ripete. Ce l’ha sì con quella che definisce una querelle «surreale» sulla develinizzazione delle liste elettorali per le Europee, ma soprattutto con chi ha «distorto» una vicenda «alla luce del sole» come la festa di compleanno della diciottenne Noemi. «E le foto stanno lì a testimoniarlo», dice e ridice in privato.
Berlusconi, però, non nasconde la sua irritazione per la scelta della moglie di aprire un fronte tanto duro in pubblico. Per i figli, innanzitutto, «per quello che hanno dovuto leggere e sentire» e «per quello che dovranno passare». Ma anche per le parole e i toni usati dalla Lario che lasciano poco, pochissimo spazio a qualsiasi tentativo di conciliazione. «È lei che deve scusarsi», ha detto ieri il premier ai direttori di Corriere della Sera e Stampa. Perché «è cascata come un’ingenua in un tranello mediatico».
A ventiquattr’ore dal botta e risposta a mezzo stampa e con gli strascichi di un divorzio che pare imminente che si vanno via via sedimentando, il Cavaliere resta convinto delle sue ragioni. Ce l’ha con «i soliti giornali» e certo non è contento che Veronica abbia citato FareFuturo (fondazione presieduta da Gianfranco Fini) con tanto di elogi per aver aperto il dibattito sulla develinizzazione delle liste. Argomenti di cui si parla anche a Villa San Martino, dove in giornata si affacciano molti dei collaboratori storici e i figli Pier Silvio e Marina. A tutti Berlusconi ripete l’intenzione di «riportare al più presto la cosa tra le mura di casa». Ed è ovvio che siano accolte con un velo di amarezza le poche parole di Maria Cristina Morelli, legale incaricato da Veronica Lario di seguire le pratiche del divorzio. «Si tratta di questioni private. Mi occupo - dice l’avvocato all’Ansa - di una materia che non va gestita sui giornali». «Appunto», chiosa polemico il Cavaliere. Peccato, commenta un ministro che gli è molto vicino, che «la frittata ormai sia fatta». Tanto che Niccolò Ghedini, deputato e storico avvocato del premier, ha già preso in mano la questione per studiare tutti gli aspetti legali del divorzio.
Da ieri, intanto, la querelle familiare è diventata a tutti gli effetti un caso politico. Se la scorsa settimana Dario Franceschini si era limitato a commentare la vicenda citando il vecchio detto popolare «tra moglie e marito non mettere il dito», nelle ultime ore si è arrivati allo scontro aperto. Con il segretario del Pd che replica secco al premier («patetico dire che ci sia stato un complotto solo per coprire il merito della questione e depistare gli italiani») e Paolo Bonaiuti che risponde a stretto giro («di patetico c’è solo Franceschini che pensa che gli italiani credano ancora alle chiacchiere dei giornali»). Il rischio, insomma, è che il caso possa diventare argomento di campagna elettorale visto che alla doppia tornata amministrative-europee manca appena un mese.
Anche se sul punto Berlusconi pare ottimista, perché «i sondaggi non dovrebbero tener conto delle questioni private». Una prima risposta ce l’avrà oggi, quando gli arriveranno sul tavolo i risultati dell’ultima rilevazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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