nostro inviato a Nuoro
Seppure tra le righe, il messaggio di Silvio Berlusconi agli alleati è piuttosto è chiaro. Il premier, infatti, è convinto che sia arrivato il momento di mettere in campo un’azione più coordinata della maggioranza, sia perché decisamente più efficace, sia perché le fibrillazioni delle ultime settimane non hanno certo giovato al governo e «anche se nella realtà non ci sono distanze» alla fine «le polemiche politiche costano molto». Quelle dell’ultimo mese, tra i tanti affondi della Lega e qualche tira e molla con An sui destini del Pdl, il Cavaliere le quantifica anche: «Abbiamo perso il 5-6% dei consensi».
Per questo, da domani si riprenderà con le tradizionali cene del lunedì con Bossi ad Arcore e si inaugurerà una nuova consuetudine con incontri settimanali con Fini ogni martedì. D’altra parte, anche in vista della riforma della giustizia di cui si «comincerà a parlare dal prossimo Consiglio dei ministri», il premier ha deciso di convocare un vertice con An e Lega per mercoledì sera, «per verificare tutto, punto per punto» perché «non voglio trovarmi delle sorprese» come degli «emendamenti presentati di soppiatto o all’improvviso come è già successo ripetutamente». Chiaro riferimento, all’ultima sortita del Carroccio. Insomma, sembra far capire Berlusconi, «da ora in poi niente scherzi e basta con le polemiche, altrimenti facciamo la fine del Pd».
Sui rapporti con An e Fini in particolare, invece, il premier torna a tranquillizzare gli alleati perché «va tutto bene». Anche se, aggiunge, nel faccia a faccia con il presidente della Camera si è parlato di «cose per quanto mi riguarda già chiare». Il Pdl, aggiunge poi il Cavaliere durante una visita al nuraghe Losa, «sta procedendo verso il congresso del 27 marzo». E «lo statuto è già scritto da due mesi da chi è confluito nel Pdl ed è già stato votato nelle passate elezioni». Un concetto su cui batte anche il coordinatore di Forza Italia Verdini. Insomma, chiosa il Cavaliere, «non ingigantirei le cose».
Parole, quelle di Berlusconi, che ovviamente non fanno la gioia di An, che tanto ha insistito negli ultimi giorni per una riflessione sulla road map del Pdl. Ma sul punto il premier è netto: «Avevo avuto come interlocutore La Russa, adesso c’è la volontà di Fini di essere informato». E lei che ne pensa? «Benissimo, con Fini non ho problemi. Magari - dice sorridendo - c’è stato un difetto di comunicazione tra La Russa e An...».
Si parla anche di televisione e del caso AnnoZero. Ha fatto bene l’Annunziata?, gli chiedono i cronisti prima del comizio a Nuoro a sostegno del candidato governatore Cappellacci. «Diciamo che ha fatto buon uso di un precedente episodio che mi aveva visto protagonista», è la replica del Cavaliere che nel 2006 abbandonò in anticipo proprio una trasmissione dell’Annunziata. Poi, più in generale, «sulla tv nazionale c’è una volontà di colpire chi si impegna allo stremo per il bene del Paese, una volontà che non si vede in nessuna tv nazionale di nessun Paese civile al mondo». Poi, una battuta anche sulla crisi del gas: «Ho parlato con l’ad di Eni Scaroni, compreremo il gas da Gazprom. Poi ho chiamato Putin e gli ho detto: “Uè, ma mi lasci al freddo?”».
Ma la giornata sarda del premier è scandita soprattutto dal timing della tregua a Gaza. Anche per questo oggi Berlusconi sarà a Sharm el Sheikh, in Egitto, per un vertice organizzato da Mubarak e a cui prenderanno parte anche il primo ministro di Israele Olmert e il presidente dell’Anp Abu Mazen. Nel frattempo, Berlusconi ha inviato una lettera congiunta con Sarkozy, Brown e la Merkel a Mubarak e Olmert. Una lettera in cui si sostengono gli sforzi dei governi israeliano ed egiziano per giungere ad un cessate il fuoco duraturo a Gaza e si manifesta la disponibilità ad assumere misure tese a facilitare il raggiungimento di questo risultato. «Anche se - spiega il premier dopo aver parlato al telefono con Mubarak – Hamas ha condotto la resistenza offrendo dei bambini come scudi ed anche se la speranza di pace è grande non possiamo nasconderci perché siamo davanti a due popoli che si confrontano, con uno dei due che ha un grandissimo odio e vuole spazzare via dalla carta geografica l’altro».
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