da Roma
La campagna elettorale di Silvio Berlusconi approda in Liguria, una terra in cui il Popolo della libertà sta spingendo sullacceleratore e raccogliendo le forze per cercare di ribaltare un trend favorevole al centrosinistra ormai da parecchi anni. Il diario del candidato premier è fitto e serrato come sempre. Intervenendo a Sky Tg 24 e poi parlando in piazza a Savona, Berlusconi mette la parola fine alla querelle sulle frasi di Umberto Bossi sui fucili. Annuncia che Stefania Prestigiacomo sarà ministro e si dichiara pessimista sulla possibilità di unintesa sulle riforme con il Pd dopo le elezioni.
Il leader azzurro, però, ci tiene soprattutto a riaprire un altro filone: quello sul giustizialismo di sinistra e sulla necessità di procedere a una credibile riforma della giustizia. Il suo affondo inizia con la consueta frecciata ad Antonio Di Pietro: «Si è alleato con Veltroni perché tra pensionati ci si capisce. Lui comunque mi fa orrore», ripete durante il comizio. Poi il leader del Pdl sposta il tiro e ipotizza che «il Pubblico accusatore venga sottoposto periodicamente ad esami che ne attestino la sanità mentale». Una proposta che fa scattare subito la replica di Di Pietro: «È un commento da matti, nel senso che solo un matto può dire cose di questo genere». Duro anche Veltroni, secondo il quale il leader azzurro con queste affermazioni dimostra «scarso senso dello Stato». Dal canto suo, lAssociazione nazionale magistrati «non entra nel merito di spot pre-elettorali», ma si aspetta «che tutti i candidati si esprimano con proposte concrete per il funzionamento e la celerità della giustizia civile e penale». Sullargomento, però, il senatore del Pdl Alfredo Mantovano fa notare che «anche i piloti di aeromobili, avendo la responsabilità della vita delle persone, sono sottoposti periodicamente a test di verifica del loro equilibrio fisico e psichico».
Laltro tasto su cui Berlusconi torna a battere è quello della tutela della privacy dei cittadini. Un obiettivo da perseguire attraverso un forte inasprimento delle pene: «Cinque anni di condanna per chi ordina le intercettazioni indebitamente, cinque anni per chi le esegue e una penale che se la ricordano per tutta la vita a chi le pubblica». Il leader del Pdl smentisce poi di avere messo in dubbio lo stato di salute di Bossi. «Non ho mai detto che è malato, chiedetelo a lui. Questo contrasto con Bossi è inventato dai giornali vicini alla sinistra». Sulle riforme il leader del Pdl parla di «difficile collaborazione dopo il voto» con il Pd. «Metto la firma che loro saranno i comunisti di sempre e si batteranno contro i nostri progetti di riforma». Una sinistra che per il Cavaliere «non ha gusto nemmeno per quanto riguarda le donne. Sul fatto che le nostre siano più belle lo dico perché guardo in Parlamento e non cè paragone».
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