La cavalleria togata, specializzata nell’assalto all’arma cavillosa, non riposa mai, perlustra l’area della politica italiana per andare in soccorso di quella sinistra che dovrebbe garantire al Paese sorti magnifiche e progressive. La cavalleria giudiziaria ha da tempo un suo nemico-bersaglio, Silvio Berlusconi, e sempre lo carica per costringerlo a uscire dal campo. L’uomo è tenace, spesso la cavalleria deve tornare ai Palazzacci a lancia bassa, ma non per questo rinuncia. E così, Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio. Da un giudice ricusato due volte che, a rigor di diritto, non avrebbe potuto farlo. Ci sarà un giudice a Roma? Lo speriamo. Ci si chiede la ragione profonda dell’accanimento di certe toghe. La lettura dei giornali aiuta a capire i tempi e i modi di quest’ultima carica.
Il consenso per Romano Prodi nel Paese è precipitato, l’invenzione di un complotto non è valsa a nulla, la débâcle continua. E allora diventa logico - in tanta distorsione antidemocratica - attaccare Berlusconi. O no?GCavalleria giudiziaria
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.