da Cittadella
Ha festeggiato ieri sera il compleanno, con due giorni di ritardo. «Sono nato il 21 maggio di 23 anni fa, ma mercoledì ho detto ai miei compagni: Aspettiamo una bella vittoria, poi festeggiamo come si deve - spiega Mark Cavendish, britannico dellIsola di Mann -. Laltro ieri a Carpi ho perso per tre centimetri e mai sconfitta mi aveva fatto male. Ieri mi sono tolto la soddisfazione di vincere una volata per distacco, grazie ai miei compagni di squadra». Riconoscente e leale, anche con i suoi avversari. «Bennati è un grande velocista, e come Zabel è anche un esempio di grande correttezza e lealtà. Poteva stringermi alle transenne, invece mi ha fatto passare. La velocità è larte di essere veloci, non è un esercizio criminale». Bennati ringrazia e manda cordialmente ed educatamente a quel paese Marino Bartoletti, che dal «Processo» stuzzica laretino sul suo eccesso di «buonismo...». «Io sono così, amo vincere con lealtà. Poi se avessi stretto Mark contro alle transenne e fosse caduto ora sareste tutti qui a dire che sono un folle». Cavendish il velocista esplosivo, che al pari di Bennati e Zabel non è un kamikaze, va avanti. «McEwen se ne torna a casa? (anche Rebellin ha annunciato il ritiro, ndr), io vado avanti. In futuro voglio vincere la maglia ciclamino al Giro e quella verde al Tour. Per farlo devo imparare a soffrire, e per un velocista la sofferenza è tutta condensata nelle montagne. Io vado avanti, per imparare da Petacchi, Zabel e Bennati. Poi vi do appuntamento a Locarno». Il Giro come conoscenza e studio. Il Tour come prossimo obiettivo.
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