Un «aperitivo della politica» a base di federazione regionale della Cdl, quello organizzato giovedì sera al «Bar Bar» di via Ovidio dallassociazione «Cuore azzurro» dei fratelli Stefano e Fabio De Lillo, rispettivamente consigliere regionale e comunale di Forza Italia. Ospiti speciali il commissario della Federazione romana di An, Gianni Alemanno, e quello di Fi, Francesco Giro, che hanno discusso di come avviare un progetto in grado di andare oltre i confini della Casa delle libertà raccogliendo «le tradizioni del riformismo, del cattolicesimo liberale e della destra moderata».
Un incontro dal sapore particolare perché arrivato dopo un pomeriggio di polemiche tra An, Fi e Udc sullefficacia dellopposizione alla giunta Veltroni fin qui condotta, in uno scenario altrettanto particolare, da serata mondana più che da convegno politico. Lideale probabilmente per stemperare gli animi e ragionare di programmi e prospettive: luci soffuse, drink, eleganti poltrone. Pubblico composito in perfetto stile forzista, a metà tra politico e impolitico: donne in abito da sera, professionisti in giacca e cravatta, distinti signori. Tutti seduti intorno ai tavolini da discoteca o appoggiati al bancone a sorseggiare champagne. Dagli schermi alle pareti le immagini della grande manifestazione del 2 dicembre. «È un regalo personale che mi ha fatto ieri sera durante una cena a Palazzo Grazioli il presidente Berlusconi - rivelerà più tardi Francesco Giro -. Gli ho detto che sarei venuto qui e mi ha invitato a far vedere queste immagini, perché è importante che il popolo delle libertà vi si riconosca».
Unespressione ricorrente quella del «popolo delle libertà», lo stesso cui si rivolge lo stesso Stefano De Lillo nel fare gli onori di casa, «un popolo il cui leader forte e incontrastato è Silvio Berlusconi». Valanghe di applausi e parola ad Alemanno: «Oggi il centrodestra ha tre sfide davanti: lavorare su un programma condiviso, creare dei meccanismi aggregativi dal basso dialogando anche con gli amici dellUdc e allargare i confini a quelle categorie che ormai non trovano spazio in questo governo monopolizzato dallestrema sinistra». Quindi lex ministro dellAgricoltura sposta laccento su Roma: «La capitale dovrà essere il laboratorio di questa federazione. È qui che nel 93 nacque il Polo delle libertà, quando Fini sfidò Rutelli alle comunali e Berlusconi scese in campo in favore del primo».
È poi la volta di Fabio De Lillo, che annuncia «di aver invitato il sindaco Veltroni a uno dei prossimi aperitivi, per dimostrargli che noi siamo gente perbene con cui si può discutere». Chiusura affidata a Francesco Giro: «Veltroni nelle sue lezioni sulla bella politica ha dimenticato di citare i valori cristiani, di includere personaggi del calibro di Papa Giovanni Paolo II. Quello in atto è un processo per distruggere il popolo della libertà, che in Italia esiste da sempre e che noi dobbiamo accreditare politicamente con la federazione».
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