La Cdl dà una «sforbiciata» ai tagli della Moratti

Tutti d’accordo sul risparmio per le società controllate e il divieto di cumulo delle cariche per i presidenti

La versione definitiva approderà sul tavolo della giunta venerdì. Ma i capigruppo della Cdl hanno già alleggerito la forbice (o tagliato intere pagine) al piano che hanno ricevuto lunedì sera dal sindaco per illustrare quelle aree dove la politica comunale può risparmiare fino a 30 milioni di euro. I capigruppo di Fi, An, Lega e Udc, a cui Letizia Moratti ha chiesto di elaborare entro venerdì una proposta che verrà sottoposta al voto della giunta, ieri si sono riuniti con il capo di gabinetto del sindaco, Alberto Bonetti Baroggi, e già sono emerse le prime frenate. Nessuna opposizione, casomai il timore di un effetto demagogico, all’intenzione del sindaco di autoridursi lo «stipendio» del 35% (da 9.124 a 5.930 euro). Il capogruppo di An Carlo Fidanza suggerisce di destinarli a «un fondo contro le violenze alle donne». La Moratti propone di eliminare 297 auto blu, di ritirare la partecipazione ad alcuni enti a partire dal Pim (313mila euro) o il Cimep (426mila euro). Già scartata dai capigruppo l’ipotesi di escludere i consiglieri da commissioni speciali, come quella per l’assegnazione degli alloggi comunali o sui taxi. La voce consulenze e incarichi che prevede già per il 2007 un taglio di 7 milioni rispetto all’anno prima, dovrebbe essere ulteriormente contenuta del 3%, quasi 635mila euro. La Moratti allega invece un confronto con altre città metropolitane sul rapporto tra numero di dirigenti e dipendenti: 0,95%, più basso sia rispetto a Roma (1,20%) che a Torino (1,65%). Ma per i partiti è proprio sugli stipendi dei manager che il Comune dovrebbe intervenire. «Potrebbero essere collegati al raggiungimento di obiettivi specifici», sostiene Fidanza. Nodi da risolvere anche il taglio al numero dei consiglieri delle zone e dei membri dei cda delle aziende comunali. Caso numero uno: l’obiettivo della Moratti sarebbe fare a meno di 80 consiglieri, passare cioè da un totale di 359 a 279. La modifica andrebbe inserita nella revisione del Regolamento a cui lavora l’assessorato presieduto da Ombretta Colli, che considera la riduzione «un’eventualità, anche se Milano, con un consigliere ogni 3.646 abitanti, è già decisamente virtuosa rispetto ad altre grandi città. Il taglio poi va accompagnato a maggiori poteri ai consigli di zona». «Se di tagli bisogna parlare - afferma il capogruppo della Lega Matteo Salvini - guardiamo agli stipendi da 200mila euro all’anno dei dirigenti piuttosto che a 10 consiglieri di zona in più o in meno, che sono poi il contatto diretto con i cittadini».
Bene anche chiedere alle società controllate di risparmiare tutte insieme circa 18 milioni, d’accordo sulla lettera con cui il sindaco chiederà ai presidenti di evitare il cumulo di incarichi, decisamente meno la proposta di anticipare la riduzione dei membri dei cda prevista dalla Finanziaria 2007. Il capogruppo di Fi Giulio Gallera frena: «Quando la legge sarà in vigore la applicheremo».

E puntualizza che «a Milano i costi della politica sono già sobri».
A proposito delle indagini in corso sulle consulenze del Comune, il sindaco ha espresso «massimo rispetto per l’azione della Guardia di finanza, attendiamo l’esito».

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