Cronaca locale

«Cdl in testa? Milano premia chi governa bene»

«Milano è una città difficile. Non premia chi non la governa bene, chi non fa corrispondere alle promesse azioni concrete». Maurizio Lupi, deputato e coordinatore cittadino di Fi non sembra sorpreso dal sondaggio pubblicato lunedì dal Giornale e che a Milano dà il centrodestra in grande vantaggio nella corsa a Palazzo Marino.
Onorevole Lupi, tutto così scontato?
«C’è il Comune, ma non dimentichiamo la Regione. Anni di buongoverno hanno dato il loro risultato».
Le cifre dicono che Fi tiene.
«Si può criticare fin che si vuole questo partito. Ma abbiamo visto chi ha preso il 40 per cento e poi è finito al 6. Fi è ormai stabilmente al 30 per cento».
Anche voi lo zoccolo duro?
«Be’, un milanese su tre vota stabilmente per noi, un dato su cui riflettere».
Una spiegazione?
«Raccogliamo la cultura riformista, socialista, liberale, cattolica. Un universo complesso che comprende politica e associazioni. Le cifre dicono che siamo stati in grado di creare una classe politica all’altezza del compito».
La Colli se n’è andata e prende un bel 2,1 per cento.
«Più di Tabacci. Una risorsa a cui non dobbiamo rinunciare. Lei è un pezzo di storia del partito e della città».
Il futuro?
«Milano deve avere il coraggio di pretendere per sé un ruolo di capitale economica e morale del Paese».
Qualche idea?
«Dobbiamo lavorare. E il sondaggio, nella parte dedicata ai problemi dei milanesi, dimostra che bisogna continuare ad ascoltare la città. Il futuro non si disegna a tavolino, ma interrogando la gente. E senza mai dare nulla per scontato».
Avete governato nove anni, le critiche non vi spingono a un esame di coscienza?
«Si è fatto tanto, ma la città ci chiede uno sforzo ulteriore. Sicuramente abbiamo creato le condizioni per fare sempre meglio».
Qualche esempio?
«Carovita, casa, sicurezza. Tutti temi da affrontare con capacità innovativa».
Capacità innovativa?
«Milano non chiede mai soluzioni tradizionali o scontate. Ma sempre novità».
La novità della giunta Albertini?
«L’idea dell’“amministratore di condominio”. Un sindaco che ha ridotto la distanza tra cittadini e palazzo».
L’identikit del prossimo sindaco assomiglia terribilmente a Letizia Moratti.
«Il sondaggio spiega benissimo perché Berlusconi abbia scelto proprio lei. Svincolata da logiche di partito, esperta di amministrazione e lei ha fatto bene alla Rai e al ministero, imprenditrice».
Piacerà ai milanesi?
«I cittadini temono la non decisione. Chi è chiamato a governare deve governare. Deve saper ascoltare e saper scegliere. La Moratti ha saputo portare a termine una riforma che non si vedeva dai tempi di Giovanni Gentile».
Per voi niente primarie?
«Mi piace il grande segnale della gente che ha mostrato la voglia di partecipare, ma democrazia significa partiti che abbiano il coraggio di creare una classe dirigente da proporre agli elettori. Il balletto di mille autocandidati è solo un gioco».
Ci sarà una lista Moratti?
«È presto.

Ne parleremo assieme al momento giusto».

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