Cecchi Gori, all’asta i diritti di 700 film per 40 milioni di euro

da Milano

Circa 40 milioni. Questo, secondo quanto appreso da Radiocor, il valore attribuito da una perizia del tribunale di Roma alla library della Finmavi, la società di Vittorio Cecchi Gori fallita nel 2006. I diritti di sfruttamento in tv e al cinema di 700 pellicole, tra cui gli Oscar «La vita è bella» e «Mediterraneo», tutto Benigni fino a «Pinocchio», film di Carlo Verdone e Leonardo Pieraccioni, saranno messi all’asta, probabilmente in aprile.
La cineteca di Finmavi comprende i film di cui Cecchi Gori è licenziatario per l’Italia e quasi tutte le pellicole prodotte dal tycoon toscano. I diritti hanno scadenze diverse a seconda dei film. Una prima tranche della cineteca era stata aggiudicata a marzo dello scorso anno, per circa 6 milioni di euro, a Rti (Mediaset) che si era assicurata i diritti a trasmettere, fino al 2011, 138 film. Nei mesi scorsi Cecchi Gori aveva impugnato l’aggiudicazione della prima parte della library a Rti, ma il tribunale di Roma ha respinto tutti i ricorsi. In attesa della nuova asta, l’ex patron della Fiorentina mette in salvo, per ora, un altro pezzo del suo patrimonio.
Mercoledì scorso il giudice delegato della sezione fallimentare del tribunale di Roma, Fabio Miccio, ha sospeso l’asta per la divisione dvd della Cecchi Gori Home video. La base d’asta per il 75% della società era stata fissata a 5 milioni di euro con rilanci minimi di 25mila, ma la gara è andata deserta. Da qui la decisione del giudice. Da parte loro, i legali di Cecchi Gori hanno chiesto che la divisione dvd della Home video venga battuta all’asta il prossimo aprile insieme alla restante parte della library di Finmavi.

Nel frattempo il produttore toscano punta al rilancio: con una nuova casa di produzione, la New capital (fondata all’inizio del mese) e con i buoni incassi garantiti dal recente investimento nel film di Federico Moccia «Scusa ma ti chiamo amore».

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