Celentano dà forfeit ma Pisapia e la Moratti spingono i referendum

Celentano dà buca alla piazza riunita per promuovere i referendum. E di vip, per la verità, ce ne sono pochi a sostenere la battaglia per raggiungere il quorum. Però fra i 30mila radunati in piazza Duomo ci sono i comitati ambientalisti al completo e i promotori dei quesiti milanesi. sindaco ed ex sindaco non sono presenti fisicamente ma danno il loro appoggio a distanza con due messaggi di sostegno a «Milanosimuove». «Si tratta della prima occasione che questa città ha per ascoltare il parere della città» manda a dire alla piazza Giuliano Pisapia. «Considero il referendum - ha scritto l’ex sindaco Moratti - un fondamentale strumento di democrazia popolare nella nostra città e mi auguro il pieno successo di questa iniziativa».
Appelli dell’ultimo minuto, slogan anti-nucleare, striscioni per annunciare che «faremo il bagno nello champagne». I sostenitori dei referendum su Milano le stanno provando tutte per portare i milanesi alle urne. Ma già è tanto se la gente si è accorta che, oltre alle quattro schede nazionali su nucleare, acqua e legittimo impedimento, ce ne sono altre cinque che riguardano la città: Ecopass e mezzi pubblici, verde e consumo del suolo, parco Expo, risparmio energetico e gas serra, Darsena e Navigli. Figuriamoci se sono al corrente dei costi celati dietro le proposte. A fare chiarezza sui soldi che spenderemmo per attuare le proposte è il Sole 24 ore. E, neanche a dirlo, i soldi verrebbero pescati proprio dalle tasche dei milanesi. Ecco allora che si scopre che il risparmio energetico costerebbe 30 milioni, Darsena e Navigli altri 30, aumentare il verde vorrebbe dire investire 60 milioni e altri 60 servirebbero per ridurre il traffico.
Se dovesse passare il primo quesito, quello relativo a Ecopass, tutte le auto (escluse quelle a emissione zero, elettriche e ibride) si troverebbero a pagare un ticket d’ingresso di 5 euro per entrare nell’area interna alla cosiddetta cerchia ferroviaria. I camioncini invece dovrebbero pagare una quota di 10 euro al giorno per effettuare le consegne. Da aumentare anche le tariffe per la sosta a pagamento. In cambio i milanesi dovrebbero avere a disposizione più mezzi pubblici, più corsie preferenziali, più piste ciclabili e la metropolitana in funzione fino oltre l’una di notte. La scheda azzurra, quella per l’aumento degli spazi verdi, nasconde un costo di 60 milioni di euro e chiede di ritoccare anche le tariffe di acqua e rifiuti indifferenziati. Un contributo che permetterebbe di destinare ai parchi almeno la metà delle superfici delle riqualificazioni urbane. Terzo quesito, scheda viola: conservare il parco progettato per Expo 2015 nell’area di Rho Pero. Il quarto quesito, scheda blu, chiede di poter metter mano agli edifici energicamente inefficienti che in città sono almeno il 20 per cento. L’ultima scheda, colore rosa, affronta il tema Darsena e interroga i milanesi sulla riapertura del sistema dei Navigli. «Il raggiungimento del quorum non è impossibile - sostiene Enrico Fedrighini, uno dei promotori dei referendum assieme all’ex assessore Edoardo Croci e al radicale Marco Cappato - Per far passare i cinque quesiti basta il 30 per cento, quindi 300mila elettori.

«I milanesi devono cogliere questa opportunità - aggiunge Croci - per dare un indirizzo all’agenda dei prossimi cinque anni». La Lega si dice assolutamente contraria al quesito su Ecopass ma guarda «con attenzione» al quesito sul verde pubblico e la riapertura dei Navigli.

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