«Medhelan», così si chiamava Milano in celtico, dal 2007 lingua ufficiale nell'Ue. L'Irlanda, infatti, incoraggiata dalla precedente richiesta di Malta, ha chiesto a sua volta che l'antico idioma venisse riconosciuto all'interno delle istituzioni europee. Quando nel 1958 il Consiglio dell'Ue sancì nel suo primo regolamento il principio di assoluta parità tra le lingue (ai tempi i 6 paesi fondatori comunicavano nelle 4 principali), nessuno immaginava che 50 anni dopo l'Unione avrebbe dovuto fare i conti con ben 23 idiomi e 3 alfabeti diversi. Oggi i traduttori comunitari traducono ogni anno più di 1,3 milioni di pagine e nel solo 2006 si stima che il costo complessivo delle traduzioni si aggira intorno agli 800 milioni di euro. Ci mancava soltanto il celtico!, osservano gli euroscettici puntando il dito sulle tonnellate di carta accumulata nei sempre più ingombranti archivi europei. Storici e studiosi, tra cui Tito Livio, raccontano della Milano fondata dai celtici e in seguito battezzata dai romani «Mediolanum». Ed è proprio in piazza della Scala che ai tempi sorgeva il bosco sacro «Medhelan», dove i celti celebravano i loro riti religiosi.
Chissà se con l'entrata dell'antica lingua nel Club dei 27 qualche milanese deciderà di approfondirne lo studio. Intanto già si moltiplicano i siti online che parlano di tradizioni, folklore e musica celtica. Un patrimonio irrinunciabile dell'identità lombarda.metnica@tin.it
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