La cena si trasforma in incubo Un’ora in balìa dei rapinatori

La cena si trasforma in incubo Un’ora in balìa dei rapinatori

Quattro banditi, tre armati di bastone e uno di pistola. Se li sono trovati davanti, all’improvviso, l’industriale 62enne Vittorio S. e i suoi tredici ospiti sabato sera, intorno a mezzanotte, nella bella abitazione dell’uomo a Trezzano sul Naviglio, in via Luca Signorelli. Il padrone di casa, da anni titolare di una ditta a Cernusco ma originario di Torino, aveva organizzato per i suoi invitati una cena placé, con i camerieri che servivano a tavola e un menu da grandi occasioni. Certo non immaginava che una banda di malviventi potesse irrompere nella sua villa, rompendo a colpi di bastone le vetrate della sala da pranzo che danno sul giardino. E immobilizzando tutti gli ospiti, sei uomini e cinque donne, imbavagliati e con i polsi imprigionati dal nastro adesivo.
Invece è andata proprio così. I banditi, raccontano i testimoni, avevano il volto coperto dai passamontagna e un marcato accento slavo. Dopo l’entrata ad effetto nell’abitazione e una volta resi inoffensivi gli ospiti, si sono fatti consegnare portafogli e orologi. I presenti, in preda al terrore, non hanno tentato di reagire. Solo il padrone di casa e un cameriere hanno provato a ribellarsi a quel sopruso, ma se ne sono pentiti. Uno dei malviventi, infatti, ha colpito Vittorio S. con un bastone alla tempia. Niente di grave per fortuna: più tardi, quando la banda è fuggita nella notte, l’industriale è stato portato all’ospedale San Carlo, a Milano, dov’è stato medicato per delle escoriazioni. Una piccola batosta, insomma, ma sufficiente, per i rapinatori, a far capire ai presenti che tirava una brutta aria e che quindi sarebbe stato meglio per tutti mantenere la calma.
Dopo aver «alleggerito» la comitiva, però, la banda non se n’è andata subito dalla casa dell’imprendiore: i balordi cercavano la cassaforte. E anche se il padrone di casa ha assicurato che nella sua villa non c’era alcun forziere, i malviventi hanno messo sottosopra l’abitazione per una buona mezz’ora pur di trovarlo. Inutilmente.
Riusciti a liberarsi, e certi di non avere nulla di rotto, l’industriale e i suoi invitati hanno chiamato il 112. In via Signorelli sono arrivati così i carabinieri della compagnia di Corsico e gli operatori del 118 che hanno poi trasportato l’industriale in ospedale a Milano per farsi controllare. I militari avrebbero a disposizione le immagini registrate da una telecamera che si trova sulla strada.
Esattamente una settimana prima dei fatti dell’altra sera, sabato 4 febbraio, una rapina molto simile era avvenuta a Limbiate. Dove quattro amici - due uomini e le loro mogli, tutti sessantenni - dopo la cena al ristorante, erano andati a casa di uno di loro per qualche chiacchiera e un caffè. Al momento del commiato, sull’uscio dell’abitazione, erano arrivati tre banditi armati di coltelli e di una pistola, anche loro dall’accento slavo.

Che, dopo aver immobilizzato i quattro legando loro i polsi con delle cravatte, avevano cercato, pure in questo caso senza successo, la cassaforte. E avevano finito per accontentarsi dei portafogli dei signori e dei gioielli delle signore.

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