Pensava fosse un gioco da ragazzi. In realtà si è infilato in un ginepraio senza uscita. Piero, un pensionato residente in via Sismondi, ce lha messa tutta per compilare degnamente i moduli del censimento. Ma è rimasto in trappola di alcune domande. «È un rompicapo, non se ne viene fuori» protesta. «Più leggi le istruzioni, più ti vengono dubbi sulle risposte da dare - insorge -. Giuro che, assieme ai moduli, nella busta infilerò anche una letteraccia». Piero ha cercato assistenza ma non cè stato niente da fare: «Ho ricevuto risposte diverse da tutti quelli che ho consultato». Lui, che stupido non è, ha chiamato per tre volte il numero verde del censimento. Risultato: tre risposte diverse. Poi si è rivolto a una sede dei Caf: ancora due risposte opposte nel giro di pochi minuti. «Cosa devo fare? Lo spareggio?» si chiede lui, arreso.
Due i quesiti che tolgono il sonno a Piero. Il primo: scheda verde, domanda numero 6 sulla condizione professionale. Nessuna casella comprende la categoria dei pensionati (come precisato nelle istruzioni). Mistero numero due: nel suo stesso condominio abitano la moglie (da cui è separato) e la figlia. Entrambe nello stesso appartamento. Ebbene, pur appartenendo alla stessa famiglia, hanno ricevuto due moduli del censimento differenti. «Mi hanno detto che vanno compilati entrambi i moduli - spiega Piero - poi mi hanno detto che ne va consegnato uno solo. Non vorrei prendermi una multa».
Gli stessi dubbi del signor Piero sono sorti a centinaia di anziani che da una paio di settimane affollano gli uffici postali e da lunedì le sedi dei Caf per ricevere aiuto. Le statistiche però parlano di risultati buoni: una famiglia milanese su 4 ha già consegnato, debitamente compilato, il questionario del censimento. Tanto che il capoluogo lombardo si piazza ben al di sopra del trend nazionale, fermo al 18 per cento. La consegna dei moduli scade domani ma in Comune stanno già facendo i conti sulle risposte ricevute: lassessore allarea metropolitana di Palazzo Marino Daniela Benelli ha fatto il punto con il capo dipartimento dellIstat Andrea Mancini: sono 134.796 le famiglie (su un totale di 312.576 persone) che nei primi otto giorni hanno restituito completati i questionari. A differenza del quadro nazionale, i milanesi si stanno rivelando più «freddi» sul censimento via web. La maggioranza, oltre 90mila famiglie, ha scelto di restituire il kit presso uno degli uffici postali e solo un terzo ha completato il questionario via internet. Nel capoluogo lombardo i questionari sono già arrivati nelle mani del 70 per cento dei nuclei familiari: restano ancora da recapitare infatti poco più di 200mila questionari su un totale di 700mila. Le consegne sono andate un po a rilento anche a causa dello sciopero indetto dai postini nel mese di ottobre per protestare contro la carenza di portalettere.
Nota per il signor Piero: alla domanda 6 deve barrare il no. O almeno, così ci hanno spiegato al numero verde. Ma noi abbiamo telefonato una volta sola.
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