Centinaia di italiani al teatro in moschea

Il palcoscenico del teatro come ponte tra le culture. Questo l’obiettivo che si sono posti gli attori dell’«Outis», centro nazionale di drammaturgia contemporanea, allestendo lo spettacolo «Le storie del Villaggio» all’interno della moschea di via Padova. «Siamo lieti di aver ospitato questa rappresentazione» - ha commentato Tchina Dahmane, quarantenne algerino imam della moschea e presidente della «Casa della cultura islamica», centro culturale al 144 via Padova - perché ci permette di diffondere la nostra cultura nel paese in cui viviamo, cosa che ci onora e ci gratifica moltissimo». Lo spettacolo, dal titolo «Le storie del villaggio», verte attorno alla figura di Mullah Nasreddin, saggio che visse nel 1200 nella Turchia orientale, al quale la tradizione islamica ha attribuito la paternità di numerosissime storie, che sono state riproposte nella rappresentazione di ieri. «Per il primo spettacolo sono venuti in moschea un centinaio di cittadini italiani - ha detto l’imam - e per il prossimo, che andrà in scena alle undici, ne aspettiamo molte di più. Nei giorni scorsi abbiamo infatti ricevuto molte telefonate di milanesi che chiedevano informazioni». Un piccolo giallo ha accompagnato l’evento: sui quotidiani, che hanno ripreso l’informazione diffusa da Milano Live, l’associazione che ha coordinato l’organizzazione della Notte Bianca milanese, è apparsa nei giorni scorsi la notizia errata che la rappresentazione teatrale si sarebbe svolta nella moschea di viale Jenner.

«Non abbiamo mai concesso la nostra moschea per rappresentazioni o altro - fanno sapere da viale Jenner -. Questo è un luogo di culto e non ci sembra il caso di ambientarci qualsiasi altra cosa che non sia la preghiera».

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