La Lombardia apre al nucleare. Per ora uno spiraglio. Pochi giorni fa il presidente della Regione Roberto Formigoni aveva dichiarato che la Lombardia, tutto sommato, è autosufficiente dal punto di vista energetico e non ha bisogno di centrali nucleari. Ma da qui a dichiarare «inidoneo» alle centrali il territorio lombardo ne corre. E infatti il Consiglio regionale ha respinto la mozione del Pd che impegnava la giunta a dichiarare «il territorio regionale non idoneo a possibili localizzazioni di siti per impianti nucleari». Il documento, sottoscritto anche da Sel e Partito Pensionati, è stato respinto a votazione segreta con 37 no e 24 sì. Il no della maggioranza, che quindi non esclude lingresso del nucleare in Lombardia, è spiegato così dal consigliere della Lega, Claudio Bottari, durante il suo intervento in aula: «È una mozione puramente speculativa e ideologica». Anche Mario Sala, presidente della commissione alle Attività produttive, si dice «contro» la mozione «perchè un conto è dire che in questo momento non abbiamo bisogno di altra energia e un altro conto è riconoscere il valore aggiunto di un ritorno al nucleare». Lopposizione, invece, ha invitato a puntare sulle energie rinnovabili e a scartare il nucleare. Nel suo intervento, infatti, il consigliere dellIdv, Gabriele Sola, sottolinea come «questa mozione è un atto di chiarezza perché dice finalmente ai cittadini chi sta col nucleare e chi sta con le energie rinnovabili».
A rispondere è Vittorio Pesato, consigliere del Pdl: «Basta con la demagogia della sinistra sul nucleare. Buona parte di loro è rimasta ferma al Sessantotto.
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