Roma

In centro il corteo per la marijuana libera

In centro il corteo per la marijuana libera

Marcello Viaggio

Sfileranno il 6 maggio a Roma per invocare la fine della «persecuzione». Ovvero l’abolizione della legge Fini sulla droga. La manifestazione dei no global ha il nome significativo di «Million marijuana march», in sintesi Marcia della marijuana. È il primo conto da pagare che i movimenti della sinistra estrema e radicale presentano a Prodi. Sarà interessante scoprire che cosa diranno in proposito la Margherita e gli altri partiti moderati che hanno sostenuto il Professore alle Politiche dello scorso 9 aprile. Ora si fa sul serio, i no global non intendono fare sconti a nessuno.
L’appuntamento è a Roma, in piazza della Repubblica, alle ore 16. A organizzare la marcia l’associazione Livello 57, i Disobbedienti romani ed i centri sociali di mezza Italia. Destinatari del messaggio? Nessun dubbio. Prodi e i vertici dell’Unione al gran completo, chiamati ad abolire l’odiata legge Fini contro la droga e a permettere a chiunque la libera coltivazione della canapa indiana. Nel giardino di casa, sul balcone, oppure direttamente negli spazi verdi dei centri sociali: Forte Prenestino, la Torre, Acrobax. La marcia antiproibizionista si svolgerà lo stesso giorno in altre città del mondo: Parigi, Londra, Francoforte, Amsterdam, New York. «Chi aspettava un’altra occasione per manifestare e per gridare la disapprovazione del proibizionismo - annunciano gli organizzatori - avrà la sua occasione il 6 maggio, come a Roma così nel mondo intero, per gridare la fine della persecuzione per i consumatori, l’accesso immediato all’uso terapeutico e il diritto a coltivare una pianta che crescerebbe libera in natura. Il 6 di maggio dovremo essere in 500mila!».
Insomma, propositi bellicosi: «La cannabis fa parte del patrimonio botanico del pianeta e appartiene al genere umano - insiste Livello 57 -. La legge Fini produce la peggiore normativa al mondo per la marijuana, criminalizzata nelle tabelle più ancora della stessa cocaina. Vogliamo la cancellazione immediata della legge Fini. E il superamento entro il 2006 della 309/90, con la totale depenalizzazione e desanzionamento dei consumi e delle condotte legate al consumo».
I due punti, ricordiamo, sono parte integrante del programma politico dell’Unione. Gli organizzatori ribadiscono il concetto e rinfrescano la memoria a chi lo avesse per caso dimenticato: «Il 6 maggio cadrà 27 giorni dopo le elezioni e la cacciata di Berlusconi&Co. E sebbene questi due punti compaiano nel programma dell’Unione, sarà il caso di ricordarglielo per evitare spiacevoli amnesie. I programmi preelettorali senza una spinta dal basso sono parole scritte sulla sabbia e il ruolo dei movimenti, che per definizione non hanno né possono avere governi amici ma al massimo dialogare con governi ragionevoli, è quello di spingere per trasformare gli intenti in realtà». Sottinteso: fate presto e non provate a perdere altro tempo.
Per la sfilata del 6 maggio gli organizzatori stanno preparando un camion palco su cui suoneranno durante il percorso alcuni gruppi punk firmatari dell’appello contro la Legge Fini. Per ora sono annunciati i «Punkreas» e i «Folkabbestia», di altri la partecipazione sarà resa nota appena confermata. C’è anche un numero di conto corrente da utilizzare per finanziare l’iniziativa, intestato a Livello 57. Che è il centro sociale più agguerrito di Bologna. Nulla è lasciato al caso.

Per Prodi è il primo banco di prova, potrebbe già diventare l’anticamera della crisi.

Commenti