Centro Est Colpiti perché cancellano «-6»

(...) usciti e hanno cominciato ad apostrofarci - racconta Milena Pizzolo -. Ci urlavano “Fascisti di merda, andatevene via” e siccome continuavamo a cancellare le scritte contro i militari hanno cominciato a spintonarci dal marciapiede verso la strada». «Gridavano che quella era casa loro, che dovevamo andarcene - gli fa eco Aldo Siri -. A me non risulta che quella sia casa loro e in questo senso invito chi di dovere (il rettore Giacomo Deferrari ndr) a smettere di lavarsene le mani e risolvere la situazione».
Gli autori del primo «-6» italiano non volevano che dal muro accanto all’ingresso fosse cancellata la scritta: «10, 100, 1000 Nassirya» e qualcuno di loro è arrivato a lanciare contro il presidente e l’assessore municipale anche uno dei barattoli di pittura con i quali stavano ripulendo i muri.
«A noi sembrava un gesto di riconciliazione per la città, non è possibile che scritte così oltraggiose non vengano rimosse - spiega Pizzolo -. Si credono in diritto di sporcare i muri. Chi glielo ha dato?». Una domanda che potrebbe trovare risposta proprio nelle parole di Siri che si «meraviglia di come l’amministrazione comunale abbia ignorato la gravità di certi atti. Il Comune è il primo ente che avrebbe dovuto farsi carico di cancellarle. Ma sono voti che interessano».


Sulla vicenda si è espresso ieri il membro della direzione nazionale del Nuovo Psi Piergiorgio Razeti: «Esprimo a presidente e assessore la solidarietà e il ringraziamento più sentito per il loro impegno a testimoniare, verso visitatori e turisti, che la città non si riconosce in quelle scritte». Al di là delle scritte, rimane un episodio doppiamente violento con l’aggressione fisica a Siri e Pizzolo. Ora ci si dovrebbe attendere almeno una solidarietà di prassi tra istituzioni.

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