(...) E siamo in pieno centro storico genovese. Fra maschere di Halloween e bambini vestiti da zucca.
È il giorno dopo il corteo, non autorizzato, degli Anarchici, che, da piazza Raibetta, dietro lo storico Palazzo San Giorgio, ha sfilato per i carruggi imbrattando qua e là i nostri bellissimi vicoli.
L'editto tutti contro tutto è contenuto nei manifestini che annunciavano la manifestazione di protesta. Che ancora sono sparpagliati e attaccati un pochino in ogni angolo di medievali piazze e piazzettine. Non è tutto. Il giorno dopo il corteo ha lasciato soprattutto una sfilza di scritte sulle antiche mura, spesso dei palazzi dei Rolli, e pure su qualche serranda che l'altro giorno alcuni commercianti erano stati costretti ad abbassare per paura di qualche pietrata.
Basta fare un giretto, pure durante le ore pomeridiane del sabato, dedicate allo «struscio» genovese, nel quadrilatero fra Piazza de Ferrari, piazza San Matteo, via San Lorenzo e piazza Banchi fino a Caricamento. C'è da sottolineare, comunque, che i vicoli più colpiti dai «writers» anarchici sono quelli a lato di quelli più battuti dal solito traffico cittadino. Così come le piazzette, quelle che sono seminascoste dove, magari, stazionano soltanto le ultime lucciole. Così, tanto da non farsi beccare in flagrante a inmbrattare i muri del nostro centro storico.
Il giretto di verifica imbrattature-scritte-minacce post corteo anarchico comincia ieri poco dopo le 16.
Da piazza De Ferrari si china in giù per San Matteo dove si viene accolti con un «Spegni la tv accendi le molotov». Sulla sinistra, uno dei primi carruggetti è quello di vico delle Fiascate. Quattro le scritte. Gli anarchici se la prendono, per primi, dopo il vergognoso -6 di alcune settimane fa, ancora con i rappresentanti del nostro esercito. «Alpini servi assassini» e «Via gli alpini» a lettere cubitali. Poi la solita protesta contro i «Cpt lager di Stato» e pure contro il rappresentante del centrosinistra «Cofferati sbirro infame». Così, per ribadire e sottolineare che loro sono a sinistra che più a sinistra non si può.
In vico Serra, tanto per cambiare, ancora un «Via agli alpini». In vico degli Indoratori un anarchico ci ha messo più poesia e impegno. La scritta recita «Il nostro dolore il vostro denaro i nostri sogni i vostri incubi guerra di classe». Mica male. Si scende ancora tra San Lorenzo e piazza Caricamento. In vico del Filo i primi slogan contro la polizia. Non potevano certamente mancare. Si va da «Digos boia» a «Digos carogne infami» a «Caos antifa» che sta, ovviamente, per antifascista. Soltanto che, evidentemente, la vernice era finita.
Su una saracinesca di un bottegaio in vico delle Cinque Lampadi c'è scritto «Solo pietre per la polizia». Mentre in via Conservatori del mare, finalmente, si fa per dire, si comincia a parlare di Genova e del G8.
Adesso basta, che noiosi, è dal Sessantotto che scrivono la stessa roba. Antistorici. Altro che anarchici.
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