RomaA ritirare il lodo Alfano il Pdl non ci pensa proprio. Lo modificherà, tenendo presente le osservazioni del Quirinale, ma lintenzione è di andare avanti senza ulteriori ritardi. Probabilmente, introducendo lautomatica sospensione dei processi sia per il presidente della Repubblica che per il premier e cancellando il passaggio parlamentare. È importante, per il centrodestra, arrivare presto ad unapprovazione del testo almeno da parte di una delle Camere, fatto che potrebbe indurre la Corte costituzionale a rinviare lesame sul legittimo impedimento (norma-ponte per il lodo costituzionale), fissato per metà dicembre.
Questa settimana si preannuncia di fuoco. Anche perché bisognerà vedere le mosse dei finiani, che annunciano di volersi mettere di traverso sulla questione della reiterabilità dello scudo. Nel week end il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, non è tornato come dabitudine in Sicilia, ma è rimasto nella capitale per lavorare ai prossimi passi. Concordati anche con il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e relatore del ddl, Carlo Vizzini, destinatario della lettera di Giorgio Napolitano. Si sta valutando se per la modifica del testo è il caso di tornare in Commissione, dove si è chiusa la fase di discussione generale e si stanno votando gli emendamenti. Oppure, se il ddl si cambierà in aula. «Vedrò i capigruppo di tutte le forze politiche - spiega Vizzini - che potranno intervenire sullordine dei lavori. Se mi chiederanno di riaprire uno spazio per presentare nuovi emendamenti, non mi opporrò certo». Sarà lui, domani, a riunire alle 14 un rapido ufficio di presidenza per stabilire le modalità della seduta. E mezzora dopo si aprirà la Commissione. «Darò lettura - dice Vizzini- della lettera del presidente Napolitano, che resterà agli atti.
La vera partita, però, si potrebbe giocare in aula dove il Pdl, ricorda il capogruppo Maurizio Gasparri, intende andare «il prima possibile, non appena la commissione conclude i suoi lavori».
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