(...) Perché si vabbè, la Casa delle libertà ha tenuto. Epperò «ho sentito troppo trionfalismo da parte di alcuni colleghi, quando invece il risultato è discreto, ma rispetto alle altre regioni la Liguria è andata male». Basta il raffronto con le ultime regionali, dice Biasotti: «In Veneto abbiamo guadagnato 6.4 punti, in Campania 14, in Piemonte 2.9 e in Lombardia 3. In Liguria abbiamo perso l1.8 sommando quello che abbiamo perso noi e quello che ha guadagnato lUnione». Anche il fortissimo dato azzurro in quel di Imperia non lo soddisfa a pieno: «Rispetto alle politiche del 2001 abbiamo perso 6 punti». Lunico vero successo è a Savona «dove però il buon risultato è più demerito degli avversari, in particolare della fuga del sindaco Ruggeri, che merito nostro».
Gli alleati ieri non hanno nascosto un certo nervosismo. A parte Fabio Broglia, che sposa la proposta rilanciando: «Primarie anche per il Comune e la Provincia della Spezia», gli altri hanno frenato la «fuga in avanti» di Biasotti e difeso i risultati elettorali. «Siamo molto soddisfatti di An a Genova e in Liguria - mettono il punto esclamativo il presidente provinciale di Genova Alfio Barbagallo e il capogruppo in Regione Gianni Plinio -. A dimostrare il successo parlano, in maniera assai eloquente, percentuali e cifre: tutti segni più. Rispetto alle regionali 2005 An in Liguria registra più 4,2%, in provincia di Genova più 5,2%, nel Comune di Genova più 4,72%, con un incremento addirittura superiore a quello nazionale del più 2,28%». È un segnale a Biasotti e An lo mette nero su bianco: «Serietà e realismo non consentono fughe in avanti e personalismi di alcun genere». Lobiettivo, se mai, è convocare «una riunione delle delegazioni al massimo livello dei partiti della CdL per definire ruoli e strategie con particolare riferimento alle comunali di Genova», dove la coalizione dovrà decidere «unitariamente» programmi e candidati.
E se Plinio considera le primarie «una proposta datata e artigianale», Roberto Cassinelli il coordinatore genovese di Forza Italia dice «mai dire mai», però invita a un ragionamento più ampio e calibrato, che «la gatta frettolosa fa i gattini ciechi». Agli scatti di Biasotti è abituato, dice, «è il suo stile e non sempre lo ha aiutato», ma il problema è un altro: «Si può fare sempre di più e meglio, ma intanto abbiamo invertito un trend negativo. Per le comunali dobbiamo coinvolgere persone nuove, pensare a una lista civica di frontiera che affianchi i partiti con professionisti, artigiani, commercianti, esponenti del mondo della cultura, dello sport e del volontariato».
Punzecchiature a parte, lobiettivo è lo stesso per tutti: conquistare Comune e Provincia, che «il centrosinistra è già lì che si divide gli stracci, ma ci siamo anche noi», per dirla con Biasotti. Tanto più che «lUnione avrà non poche difficoltà a individuare una candidatura condivisa, e rischia di arrivare addirittura divisa al voto». Ieri lex governatore ha chiarito di non parlare per se stesso: «Il Comune non mi interessa, è più stimolante la Regione».
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