Roma - "Per la seconda volta l'arroganza del ministro Padoa Schioppa, che con il suo comportamento da dittatorello sudamericano aveva cercato di imporre siluramenti e avvicendamenti ai vertici di organismi militari e aziende di Stato violando la legge e attaccando la democrazia, è stata pesantemente certificata dalla magistratura amministrativa", afferma Fabrizio Cicchitto vice coordinatore di Fi. "Dopo la sentenza del Tar, che boccia e censura l'operato del ministro dell'Economia e la politica da regime del presidente del Consiglio - conclude Cicchitto - non rimane che una sola strada: le dimissioni di Padoa Schioppa".
"Protervia smascherata" Nel giro di due settimane, l'arroganza e la protervia politico-istituzionale di questo governo è stata smascherata dalla magistratura che ha confermato l'illegittimità di quegli atti di rimozione che noi avevamo denunziato". Lo afferma il presidente dei senatori di Fi Renato Schifani che aggiunge: "A questo punto mentre ci attendiamo le dimissioni del ministro Padoa-Schioppa, è doveroso che il Parlamento affronti immediatamente il problema del rispetto delle regole istituzionali e dell'uso delle istituzioni per fini politici del quale l'esecutivo Prodi è triste protagonista della storia del nostro paese".
"Il ministro va cacciato" "In altri tempi Padoa Schioppa si sarebbe tolto di mezzo In altri tempi un militare disonorato come lo è stato Padoa Schioppa sarebbe tolto di mezzo in modo irreversibile. Noi ci accontentiamo delle sue immediate dimissioni dopo che il Tar ha bocciato la rimozione illegale del generale Speciale": così Maurizio Gasparri di An. "Dopo il caso Petroni - aggiunge - un'altra bocciatura per un ministro che rappresenta una vergogna per l'Italia. Va cacciato subito. Intervenga il Capo dello Stato".
"Il governo riferisca al Parlamento" "Alleanza Nazionale, dopo la decisione del Tar che ha bocciato la rimozione illegale del generale chiede che il Governo riferisca urgentemente in aula". Così Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An. "Ho incaricato - aggiunge La Russa - il vicepresidente del Gruppo di An Edmondo Cirielli di formalizzare tale richiesta". "La sentenza del Tar definisce la rimozione del Generale un 'eccesso di potere' da parte del Governo. In qualunque altro Paese civile - conclude il il capogruppo - tale sentenza porterebbe alle immediate dimissioni del ministro competente".
Di Pietro: la politica non basta a piegare il diritto "E' un bagno di umiltà che il governo deve fare, comprendendo che le ragioni politiche, anche se buone, non sono sufficienti a piegare le ragioni del diritto". Così il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, interpellato telefonicamente, commenta la decisione del Tar di accogliere il ricorso del generale Roberto Speciale. "E' troppo facile dire 'l'avevo dettò - spiega il ministro - ma fin dall'inizio ho cercato di spiegare che una decisione simile era illegittima e in questo senso ho cercato anche in Consiglio dei ministri e con i colleghi interessati di spiegare perché". Per Di Pietro, inoltre, il rischio è che "non ci sia due senza tre: dopo la vicenda Petroni e quella Visco - dice - temo che anche su Abu Omar finirà così".
Al pressing del centrodestra che già chiede le dimissioni del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, l'ex pm replica però: "Ho un grande rispetto per Padoa-Schioppa e se mettiamo su un piatto della bilancia tutto quello che ha fatto, il piatto pende a favore della sua alta professionalità e delle sue qualità morali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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