I primi «auguri di buon lavoro» arrivano dalla Lega. Nessuna rivoluzione in aula, il capogruppo provinciale lumbard Igor Iezzi ironizza rivolgendosi alla «nuova giunta catto-comunista targata Bindi-Vendola» di Giuliano Pisapia. Dentro due rappresentanti di Sel, fuori Idv, federazione delle sinistre e radicali. Dentro lex Udc Bruno Tabacci e Marco Granelli che rappresenta lala cattolica del Pd e sfila allultimo secondo la poltrona alla bersaniana Carmela Rozza. «Speravamo che i partiti rimanessero fuori come aveva promesso Pisapia ma dobbiamo registrare la prima promessa non mantenuta - ammette Iezzi -. Tra il vecchio democristiano Tabacci che mantiene il doppio incarico nonostante le promesse elettorali, lassessore al Welfare che ha come priorità gli immigrati e lassessore alla Sicurezza che considera gli sgomberi lultimo strumento per far rispettare le regole, speravamo in qualcosa di meglio per Milano. Ora li aspettiamo al governo della città». E dato che gli esclusi sono già sul piede di guerra, il capolista della Lega Matteo Salvini aggiunge alle parole del collega che «prima ancora di cominciare a lavorare, a sinistra stanno litigando per le poltrone». Ironizzando pure lui, sui manifesti appesi in città subito dopo la vittoria, «se il Buon giorno di Pisapia si vede dal mattino, semm a post».
«Complimenti» a doppio senso a Pisapia anche dal Pdl, da parte dellex assessore allUrbanistica Carlo Masseroli per «aver annullato i potenziali oppositori in giunta, da Idv ai radicali, ma che lo diventeranno forse in consiglio». Aver «ridimensionato le aspettative di Boeri, non dandogli lUrbanistica, segno che anche per Pisapia rifare il Pgt in sei mesi è una favola». E per «aver beffato le ambizioni terzopoliste, portando in giunta Tabacci e lasciando quel che resta di Fli-Api-Udc al proprio destino». Ma «ha fatto lerrore di non portare in giunta una persona capace come Carmela Rozza». Questa volta, senza ironia ma un riconoscimento trasversale alle capacità della consigliera pasionaria del Pd. Lex vicesindaco Riccardo De Corato, ora consigliere Pdl, «si domanda come si amalgamerà un vecchio democristiano come Tabacci con la sinistra estrema che per la prima volta si siederà nelle poltrone di Palazzo Marino».
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