Il centrosinistra ha vinto e i musulmani esultano

Il presidente del centro di viale Jenner: «Ora tifiamo per Ferrante»

Roberto Bonizzi

Questione di feeling. Abdel Hamid Shaari, presidente del centro culturale islamico di viale Jenner, si lascia andare dopo i primi exit-poll. Sensazione confermata, non senza qualche altalena di risultati ed emozioni, a urne chiuse. La comunità musulmana di Milano si schiera al fianco del centrosinistra. «La vittoria dell’Unione è una cosa positiva» dice Shaari.
Perché giudica positivamente l’affermazione del centrosinistra?
«Penso che Prodi e la sua coalizione siano persone serie. Lo stesso Prodi si è dimostrato già affidabile durante il precedente governo, dopo le elezioni del ’96, ed è stato un ottimo presidente della Commissione europea».
Cosa vi aspettate dal futuro?
«La sinistra potrebbe dare una spinta all’economia e garantire una maggiore tranquillità della gente. È ora di finirla coi periodi di finanza e governo creativi».
Quali sono le vostre aspettative nei confronti del nuovo governo?
«Alla comunità islamica piace dialogare sui progetti e i problemi. Negli ultimi anni non è stato possibile perché il governo è stato pesantemente condizionato dalla Lega e dalla parte fascista ancora presente dentro An. Mi auguro un periodo di dialogo e non solo a Roma».
Nella competizione per Palazzo Marino tra la Moratti e Ferrante la comunità musulmana si schiera ancora a favore del centrosinistra?
«Tifiamo per Ferrante. Nei 10 anni di amministrazione Albertini il Comune è stato un ostaggio nelle mani della Lega. Nei nostri confronti c’è stata una grande chiusura».
Cosa chiedete a Milano?
«Di essere anche noi cittadini, partecipi della vita della comunità».
Negli ultimi anni il ministro dell’Interno Pisanu ha aperto diverse volte alle comunità islamiche. Non siete soddisfatti?
«Non c’è stata partecipazione e condivisione delle scelte. Non vogliamo essere rappresentati da alcuni stranieri scelti dall’alto, da Roma. Distinguendo arbitrariamente tra musulmani moderati e non. Ma vogliamo poter scegliere in modo partecipato i nostri portavoce».
A Milano invece?
«C’è da registrare un’apertura sulla sepoltura dei nostri defunti, grazie al responsabile dei servizi funerari».


E la proposta dell’assessore Manca di trasferire la moschea di viale Jenner in un’altra struttura, legale e attrezzata?
«Quella è stata una barzelletta, non potevamo nemmeno prenderla in considerazione. Ci hanno proposto un luogo fuori Milano e l’idea non era condivisa da parte del sindaco di quella zona. Inoltre non si era capito di chi fosse la proprietà dello stabile e nessuno sapeva nulla».

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