Scena: il candidato Giuseppe (62 anni), una scrivania, un modulo compilato e un computer. Tutto pronto per il test. Prova per lesaminando: trasferire i dati dalla carta al pc. In «palio», un contratto a tempo determinato (sette mesi) negli uffici giudiziari milanesi, mansione di «attività telematica semplice». Personale cercasi. Giuseppe scruta con diffidenza quella scatola luminosa, però ci si mette. Guarda il foglio e poi digita. Fatto, e il risultato lo calcola un software. La scala è da zero a dieci, la sufficienza è 6. Giuseppe riesce nellimpossibile: - 1. Bocciato, e avanti un altro.
Avanti un altro che fa poco meglio. E così, dallinizio dellanno, è unecatombe di aspiranti operatori informatici. In venti si sono presentati agli uffici del personale della Procura, e solo uno ha «sfondato» la quota della sufficienza. E sì che le pretese sono tuttaltro che proibitive. «Inserimento dati, attività telematica semplice di cancelleria, protocollazione, attività informatica di sportello». Richieste di requisiti piuttosto al ribasso. «Digitazione, composizione, semplici atti al computer». Eppure finisce sempre alla stessa maniera. Finisce che la commissione allarga le braccia e «ci spiace, e venga il prossimo».
Questo passa il convento. A gruppi di quattro, esaminandi attempati, over 60, e figli della prima metà del secolo (scorso) che con linformatica fanno un po a pugni. Niente di male, per carità. Però è il meccanismo ad essere perverso. Perché da oltre un anno, a palazzo di Giustizia, le selezioni non le fanno più attraverso un normale concorso. No, i «concorrenti» arrivano dritti dalle liste dellAgenzia per la formazione e lorientamento al lavoro della Provincia. Un ufficio di collocamento, per intendersi. E i primi ad avere diritto allassegnazione di posti sono quelli che nelle liste ci sono da più tempo. E, in generale, chi «invecchia» su quelle liste invecchia anche allanagrafe. Per farsi unidea, basta dare unocchiata alle carte didentità degli ultimi quattro candidati. Date di nascita: 1945 il primo, 1947 altri due, 1954 il più giovane della compagnia. Nessuno, per di più, con precedenti esperienze di elettronica. E lesito è scontato.
Ma se il sistema è fatto per aiutare il reinserimento nel mondo del lavoro (cosa giusta), si scontra in realtà con le esigenze degli uffici giudiziari. Che, ormai da quasi un anno, non riescono ad assumere il personale di cui hanno bisogno. Un cortocircuito. Dopo lunico successo (era maggio), gli altri venti candidati - in lizza per due poltrone - non hanno neanche lontanamente avvicinato quota 6. Il migliore della lista (il migliore!) si è fermato a 3,2.
Rapidità di esecuzione, correttezza delle procedure, errori commessi. Criteri di valutazione che non lasciano scampo. Perché a dare il voto è un software, e nessuno può chiudere un occhio. Tanto «feroce» il sistema che, di fronte a sessioni fallimentari, il capo-tecnico dellufficio ha dato un ritocco al programma.
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