Cesanese del Piglio, un rosso tra i grandi

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Il Cesanese del Piglio è l’unico vino rosso autoctono del Lazio e sta vivendo una stagione di grande rilancio dopo decenni di dimenticanza: l’obiettivo è quello di far nascere una moda nazionale, che collochi il più grande rosso laziale alla pari, in termine di attenzione e qualità, di vini come il Nero d’Avola e il Sagrantino di Montefalco. Una tappa importante di questo processo è stata la festa per il 45° anniversario della Cantina Sociale Cesanese del Piglio, celebrata sabato e ieri alla presenza dell’assessore regionale alla piccola impresa, commercio e artigianato Francesco De Angelis, che ha sottolineato come «abbiamo un prodotto unico nel suo genere, che nasce solo nella nostra terra ed è molto apprezzato, visto che la produzione annua di circa 500 mila bottiglie è sempre andata venduta. Ma se non lo rendiamo protagonista del mercato, resta confinato nel nostro ambito».
La due giorni di festa è stata caratterizzata da degustazioni, visite alle vigne, un convegno sulla Strada del vino Cesanese e l’evento «Arte in cantina» con musica, fotografia e recitazione, tra i silos del vino in fermentazione, che si ispira alle voci e ai ritmi di lavoro dei vignaioli e cantinieri ciociari. E come in ogni compleanno che si rispetti, è arrivato anche il regalo: la prima grappa con selezione di vinacce da Cesanese, prodotta in 4mila bottiglie da 45 gradi, a ricordare il numero degli anni di attività della Cantina sociale Cesanese del Piglio. «I 45 anni di attività sociale - ha detto il presidente Gino Tufi - registrano una crescente qualità della produzione dei 120 soci, un nuovo statuto, il progetto con la società agricola Emme di apertura di 30 nuovi impianti entro sette anni, la proposta di revisione del disciplinare con rese più basse e la festa per gli 8 premi conquistati dai tre cesanese del Lazio al Vinitaly 2005, dopo la prestigiosa medaglia d’argento per il Piglio al Vinitaly 2004».

I soci della Cantina Sociale del Piglio, con 110 ettari di terreno vitato, conferiscono mediamente 10.000 quintali di uva, per una produzione media di 400mila bottiglie, vendute anche tramite grande distribuzione e all’estero.

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