Chailly: «La mia Aida stupirà il pubblico della prima della Scala»

Parla il direttore che inaugurerà la stagione scaligera

Piera Anna Franini

da Milano

Riccardo Chailly lavora là dove batte il cuore della musica tedesca, dove vissero e operarono – fra gli altri - Bach, Mendelssohn e Schumann. Nella Lipsia fucina di artisti e culla di un’orchestra fra le più antiche d’Europa, quella del Gewandhaus di cui Chailly è diciannovesimo «Maestro di cappella». In questi giorni il direttore a lungo alla testa del Comunale di Bologna, poi dell’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e della Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, ha portato l’Orchestra di Lipsia in giro per l’Europa, tournée che chiude stasera (ore 20) al teatro La Fenice di Venezia. Nel baule di viaggio, un programma fra tradizione e novità: Quarta Sinfonia e Concerto per violoncello di Schumann, un lavoro di Reimann in omaggio a Schumann e Sinfonia Eroica di Beethoven.
Schumann è il compositore nel dna dell’Orchestra di Lipsia e proprio per questo Chailly lo ha rivisitato con una nuova lente e per l’etichetta Decca sta incidendo il ciclo delle Sinfonie di Schumann secondo la versione di Mahler. Raggiunto telefonicamente a Lipsia, il direttore ci spiega che si tratta di «edizioni mai affrontate neppure al Gewandhaus. Con l’orchestrazione di Mahler, che apporta 466 correzioni, la partitura guadagna in trasparenza. Io stesso ho studiato questa versione anni fa, ma non l’ho mai diretta», osserva a proposito della Quarta Sinfonia, tra i pezzi cardine della tournée.
Ha diretto ovunque, eppure il concerto di stasera segna il suo debutto alla Fenice. Perché questo ritardo?
«Sono stato invitato più volte e anche per progetti di una certa responsabilità però sempre inconciliabili con gli impegni del momento».
Quando riavremo l’Orchestra del Gewandhaus in Italia?
«Si stanno pianificando altre presenze. Fra le certezze, la tappa alla Scala nel giugno 2008».
Scala che la vede sul podio per il prossimo Sant’Ambrogio con l’opera Aida di Verdi...
«Incontrerò i cantanti in novembre mentre già il mese prossimo inizio a lavorare con Zeffirelli con cui, comunque, sono in contatto da tempo. Sarà una Aida che stupirà, assai diversa rispetto a quelle viste finora, frutto della genialità di Zeffirelli, grande uomo di teatro al quale va tutta la mia ammirazione. Con buone probabilità la Decca trarrà un dvd di questa edizione».
Aida è un’opera che ha frequentato poco...
«È vero, l’ho diretta ad Amsterdam nel 2000, con Violeta Urmana, attuale Aida, nel ruolo di Amneris. Ma discussi con il regista».
Cosa ci dice del progetto di Manon Lescaut alla Scala?
«È prevista per il marzo 2008 in coproduzione con Lipsia. Sull’onda dell’entusiasmo ho accolto la proposta, spero di poter onorare l’impegno anche se dovrò stringere i denti per rispettare le varie scadenze. La Scala mi ha chiesto spazi, ma da qui al 2008 non mi è possibile concedere più di tanto perché Lipsia sta assorbendo parecchio tempo».
Progetti discografici oltre Schumann?
«Sempre per Decca, con il Gewandhaus incideremo le Sinfonie di Beethoven e le versioni meno conosciute di celebri partiture di Mendelssohn».
Spuntano sempre più nomi italiani nel cartellone del Gewandhaus. Quali sono i nomi eccellenti di casa nostra che raggiungeranno Lipsia?
«Per il 2008 è invitato Maurizio Pollini, al suo esordio a Lipsia. Faremo il Quinto concerto di Beethoven».
Lipsia è città musicale per eccellenza. Ma se volessimo mettere a nudo i punti di debolezza?
«Li individuerei nella discrepanza fra le considerazioni e quindi il sostegno riservato all’Orchestra del Gewandhaus a discapito dell’Opera.

L’Orchestra è ritenuta una realtà imprescindibile, mentre per l’Opera dobbiamo avviare una battaglia per per far capire che se vogliamo un teatro che ambisca all’eccellenza è indispensabile un maggior sostegno. Tutto ciò, avendo la consapevolezza che si tratta comunque di un teatro già di qualità, come l’ultima edizione del Ballo in maschera ha dimostrato».

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