Da Chaplin a Valentino Tornano a brillare le star del cinema muto

Sull’onda di The Artist pronta una biografia sull’affascinante divo italiano e a Broadway andrà in scena un musical su Charlot

Da Chaplin a Valentino  Tornano a brillare le star del cinema muto

Ma quale 3D, con i suoi disturbanti effetti speciali acustico-visivi, occhialini inclusi? È il silenzio che è d’oro, adesso, mentre The Artist, singolare film muto in bianco e nero del parigino Michel Hazanavicious, corre verso l’Oscar e fa da apripista a progetti analoghi, basati sull’assenza di parola e di cromia. A parte la nostalgia canaglia per i decisivi anni Trenta e la voglia matta che abbiamo, noi della vecchia Europa sull’orlo dell’abisso, di volgere lo sguardo indietro, a tempi meno severi e meno volgari degli attuali, vince una retromania conclamata. Vanno bene, per esempio, i filmini di Stanlio&Ollio su RaiTre, in prima serata e subito dopo i graffi di Blob, quasi un controveleno all’amarezza dell’attualità. A proporli negli Ottanta da bere e a crisi neanche ipotizzabile, per dire, i teleutenti avrebbero protestato con vigore. E invece ora, mentre il presente è una terra straniera e i politici dicono menzogne anche in America, gli studi di Hollywood fanno a gara per mettere il cappello su pellicole silenti: Avatar era un film fantastico, però The Artist ha fatto capire che esiste un pubblico di ultratrentacinquenni e di ragazzini curiosi di un altro mondo espressivo, da sfruttare subito, mentre persino il cagnolino di The Artist è diventato un idoletto peloso. E allora, via con un biopic su Rodolfo Valentino, icona degli anni Venti alla quale molte donne sacrificarono addirittura la vita, e avanti con un musical su Charlie Chaplin, che sta per aprire la stagione dorata di Broadway. Si potrebbe obiettare che, al momento, le biografie vanno forte sul grande schermo: basti guardare ai film in sala, con la Thatcher rivisitata da Meryl Streep, o la regina Maria Antonietta appena presentata al Festival di Berlino da Benoit Jacquot, nel suo film Les adieux à la reine, con Diane Kruger nei panni della controversa sovrana.
Ma qui si tratta d’altro. E cioè di un doppio incardinamento all’epoca del muto, che in buona sostanza è durata poco: dal 1890 al 1920, morendo forse troppo presto, rispetto alle sue potenzialità. E allora, se il 3D non convince e le idee latitano, perché non imitare Mister Weinstein, il potente produttore Usa che, per primo, ha creduto in The Artist, preconizzando una tendenza? Se il suo film dovesse vincere l’Oscar, sarà il secondo film muto a ottenere l’ambita statuetta, vinta nel 1927 da Wings (Ali) di William A.Wellman, praticamente un epos sui piloti della prima Guerra Mondiale. Periodo nel quale si ambienta, tra l’altro, War Horse di Steven Spielberg, il quale dichiara esplicitamente di amare la nostalgia (e prepara un biopic sul presidente Abraham Lincoln, starring Daniel Day Lewis). Tornando a Rodolfo Valentino, l’esordiente Vlad Kuzlov ha girato Silent Life, biografia del protagonista de Lo sceicco, basata sui tormenti del divo italiano, morto a 31 anni appena. Isabella Rossellini, la figlia di Ingrid Bergman e di Roberto, interpreta la moglie di Rudy, Gabriella Guglielmi, mentre Kuzlov, qui anche sceneggiatore, incarna Rudy con le sue manie e i suoi atteggiamenti da fatalone. E lo tratteggia mentre, in coma dopo un’operazione di appendicite mal riuscita, delira e sogna la sua vita passata, tra clamori e splendori precedenti il viale del tramonto, imboccato con l’avvento del sonoro. Parzialmente in bianco e nero, muto, Silent Life sembra copiare The Artist, ma in realtà Kuzlov coccolava il suo film dal 2006, però nessuno era disposto ad appoggiarlo.
Poi c’è un altro idolo della beata era presonora, Charlie Chaplin, al quale Thomas Meehan, lo sceneggiatore di musical solidi come Hairspray e The Producers, dedica un varietà rievocativo: Becoming Chaplin. Diventare Chaplin, appunto, la cui vita, finora, è stata esplorata unicamente da Richard Attenborough, nel suo film drammatico Chaplin (1992), con Robert Downey jr...

Qualche garanzia di successo, per il musical su Charlot, è offerta dalle coppie di produttori John e Claire Caudwell e Bob e Mindy Rich, gli stessi di Jesus Christ Superstar. Sarà complicato condensare in un musical l’esistenza dell’autore di Luci della città: attore, produttore, regista, compositore, Chaplin ha vissuto fino a 88 anni, generando dodici figli.

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