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Chaudhry: "I pachistani si sollevino contro Musharraf"

Il presidente della Corte suprema, rimosso dal generale, invita gli oppositori a "fare sacrifici per la democrazia". Mentre parla al telefono i cellulari diventano "muti". Ancora proteste e arresti: La Bhutto: "Non parlo con Musharraf"

Chaudhry: "I pachistani si sollevino contro Musharraf"

Islamabad - Un invito a «sollevarsi» e ripristinare la costituzione sospesa sabato è stato rivolto oggi ai suoi connazionali dal presidente della Corte Suprema di Islamabad, Iftikhar Chaudhry, rimosso e sostituito dal presidente Perwez Musharraf per essersi rifiutato - definendolo "incostituzionale" - di avallare l’ordine con cui il capo dello Stato ha proclamato sabato scorso lo stato di emergenza in Pakistan. In un collegamento telefonico con gli avvocati, Chaudry - già sospeso il 9 marzo scorso dal presidente Musharraf, quindi prosciolto nel mese di luglio dalle accuse di abuso di ufficio, ripristinato nel suo incarico di presidente della Corte dalla stessa istanza giudiziaria, che aveva definito illegale la sua sospensione - ha dichiarato che la costituzione è stata «fatta a pezzi» dal generale Musharraf e che è giunto il momento di «sollevarsi e fare dei sacrifici per la supremazia della legge». In un breve discorso telefonico, il rivale numero uno di Musharraf tra i giuristi ha sottolineato come una commissione composta da sette membri della Corte Suprema abbia annullato il decreto con cui Musharraf ha imposto lo stato d’emergenza poco prima che questi stessi giudici venissero rimossi.

Chaudhry parla, telefonini "muti" Le reti telefoniche cellulari sono state tagliate proprio mentre Chaudhry si era collegato per telefono con una riunione dell'opposizione. Chaudhry, divenuto un'emblema dell'opposizione dallo scorso marzo e dopo un primo tentativo di Musharraf di rimuoverlo dalla carica, fallito per le proteste popolari, nella telefonata ritrasmessa con altoparlanti al raduno dell'opposizione a Islamabad, ha esortato gli avvocati a proseguire le manifestazioni contro lo stato di emergenza. Un minuto dopo l'inizio del suo discorso, la linea telefonica é stata tagliata e nella capitale i telefoni cellulari hanno smesso di funzionare. Il discorso era anche ritrasmesso da una catena televisiva privata, che opera solo sul satellite.

Altri 110 arresti Prosegue la repressione nei confronti dei manifestanti per la democrazia, scesi anche oggi in piazza in tutto il Paese : oltre 110 le persone finite in arresto, almeno la metà delle quali avvocati, categoria tradizionalmente ostile al regime. Retate particolormente pesanti a Lahore, capitale della provincia occidentale del Punjab, dove le forze dell’ordine in assetto anti-sommossa non hanno esitato a fare irruzione nella sede dell’Alta Corte provinciale per impedire agli avvocati di tenervi una riunione; gli agenti hanno occupato i locali riservati all’associazione professionale dei legali, fermando e portando via chiunque tentasse di entrarvi: una cinquantina gli arresti. Non meno di sessanta quelli effettuati dalla polizia a Karachi, capitale della provincia meridionale del Sindh, dove era nel frattempo stata inscenata un’altra manifestazione di piazza. Analoghi rastrellamenti sono stati condotti in ulteriori città pakistane, tra cui Multan, nel centro del Paese, e Quetta, capitale della provincia occidentale del Belucistan. Stando a fonti delle stesse autorità di sicurzza, nel complesso ammontano a più di duemila coloro che sono finiti in carcere dal giorno della proclamazione dello stato di emergenza.

La Bhutto: "Non parlo con Musharraf" E l’ex primo ministro pachistano, signora Benazir Bhutto, in viaggio verso Islamabad e ha fatto sapere che non incontrerà nè aprirà negoziati con il presidente Musharraf.

Il governo: "E' una affare interno" Islamabad respinge le condanne venute dalla comunità internazionale, sottolineando che si tratta di affari di politica interna.

«Noi comprendiamo che numerosi nostri amici commentino la proclamazione dello stato di emergenza, ma questo riguarda questioni interne del Pakistan - ha dichiarato alla France presse il portavoce del ministero degli Esteri, Mohammad Sadiq - il presidente ha dichiarato che i nostri amici devono dimostrare di comprendere le sfide che ci troviamo ad affrontare in materia di terrorismo ed estremismo».

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