Chavez difende l’amico «Sciacallo» «Controllerò come trattano Carlos»

Chavez difende l’amico «Sciacallo» «Controllerò come trattano Carlos»

Non finisce di stupire il presidente venezuelano Hugo Chavez. Nonostante stia lottando contro un cancro che lo ha indebolito, il leader sudamericano non ha perso il suo smalto e la sua verve. Per l’occasione ha decido di stravolgere la realtà (e la giustizia) e definire il terrorista venezuelano Ilich Ramirez Sanchez, meglio noto come «Carlos» o «lo sciacallo», che ieri era di fronte alla Corte di Assise di Parigi, «il degno erede delle più grandi battaglie» della sinistra per la liberazione dei popoli. «Indipendentemente da ciò di cui è accusato - ha detto Chavez - Carlos all’epoca era il degno erede delle più grandi battaglie che emergevano da qui per le cause dei popolo e della giustizia popolare». Quindi il presidente ha aggiunto di aver chiesto al suo ministro degli Esteri, Nicolas Maduro, di accertare la situazione in cui si trova attualmente Carlos, che sta scontando un ergastolo in Francia ed è a processo per quattro attentati compiuti negli anni ’80, per verificare se i suoi diritti siano garantiti. «Non possiamo permettere che un venezuelano sia maltrattato nel momento in cui subisce un processo all’estero», ha sentenziato.
Aria rilassata e barba bianca, jeans e giacca blue, Carlos si è presentato ieri nel tribunale della capitale francese. In aula con lui il comico francese Dieudonne Mbala Mbala, attivista vicino ai circoli di destra e convinto antisemita che ha chiesto che al «Comandante» sia concesso di ritornare in Venezuela. Carlos ha usato toni spavaldi: «Sono un rivoluzionario di professione», ha risposto al giudice che gli chiedeva le generalità.
Carlos ha giocato un ruolo attivo anche nella storia italiana. Il terrorista, l’ultimo ideologico dello scorso secolo, spunta nelle pieghe dei fatti più eclatanti della nostra recente storia.

Fu lui a progettare e a tentare l’ultimo estremo tentativo di salvare Aldo Moro alla vigilia dell’uccisione, e ancora lui - con il suo gruppo «Separat» - è oggi al centro di una nuova inchiesta sulla strage di Bologna. E si è parlato di lui in passato come uomo ben dentro ad altri fatti dolorosi: dalla strage di Ustica a quella del rapido 904.

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