Cronaca locale

«Che bella Brera senza i vu’ cumprà»

Tra le strade sgombre è riapparso anche un vecchietto che legge i tarocchi in cambio di un sigaro o un po’ di vino

«Che bella Brera senza i vu’ cumprà»

Di «vu’ cumprà» non c’è traccia neanche a pagare. Spariti, liquefatti col termometro a 32 gradi. Brera (ri)torna a vivere. La bella gente si gusta la serata al Giamaica, quattro chiacchiere, un whisky al doppio malto, vecchio rimedio inglese contro i colpi di caldo, e la voglia di non toccare letto. «Com’è bella Brera senza gli abusivi» si sente ripetere in giro. È tornato anche Guia che parla di tarocchi, di magia e di sogni. Non è un maghetto, ma un vecchio che gioca con la palla rossa e che scrocca sigari e vino. «Era sparito» dice Emanuele, uno dei titolari del locale: «L’avevano cacciato i “vu’ cumprà“. Per lui non c’era spazio. Sa, con quel suk dell’illegalità avevano occupato ogni angolo di queste strade e lui, Guia, c’entrava poco perché era un problema».
Sì, il sessantatreenne Guia, che negli anni Settanta fu uno degli animatori del Macondo - un bazar che divise in due la Milano e la sinistra d’ordine - dava fastidio agli illegali. Troppo strano per averlo come vicino con la sua delirante filosofia e l’orologio rotto al polso, «tanto segna due volte al giorno l’ora giusta, tutti i giorni». Adesso però anche lui è ritornato a segnare le strade di Brera, in mezzo alla gente che passeggia tranquillamente, senza timore di calpestare nella calca quelle lenzuolate di borsette con le finte griffe e provocare le vivaci reazioni dell’abusivo di turno.
Struscio di gente che non rimpiange l’assenza dell’illegalità: meglio, ci sono le vetrine da poter vedere, quelle che offrono oggetti etnici e monili di pregio. Anche la gioielleria all’angolo di via Fiori Chiari è aperta, non c’è nessun campanello da suonare per farsi aprire. «È una serata tranquilla, dove tutto è regolare e la gente si sente più sicura», osserva il proprietario.
Chiosa che la dice lunga sul clima che si respirava prima dello sfratto degli abusivi, costretti al dietrofront grazie all’intervento delle forze dell’ordine e all’impegno del Comune, indisponibile a «contrattare con l’illegalità», virgolettato dell’assessore al Commercio Roberto Predolin che, nei giorni scorsi, si è speso nella difesa della tranquillità di questo quartiere promettendo mano pesante contro gli abusivi. «Non solo danneggiano l’attività commerciale, ma portano sofferenza, bruttura e una realtà fatta di prevaricazione, che non è esattamente una situazione paradisiaca» aggiunge Predolin. Fotografia di una situazione già vissuta, l’estate scorsa, alle Colonne di San Lorenzo: punto di ritrovo che aveva conquistato la poco invidiabile maglia nera dell’invivibilità. «Rischio che vogliamo evitare a Brera». E, come chiede il prefetto, Bruno Ferrante: «Bisogna aggredire i problemi sociali senza ricondurre tutto solo a questioni di ordine pubblico e di sicurezza».
Ricetta condivisa pure dai residenti di Brera che, in questo scorcio di nottata, hanno finalmente riscoperto il piacere di vivere la notte d’estate senza i «vu’ cumprà» di mezzo. Una sola ombra.

La gente si chiede: «Quanto impiegheranno gli abusivi a tornare?».

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