Che bella l’editoria (di una volta)

Che bella l’editoria (di una volta)

Se non suonasse come un pessimo luogo comune, verrebbe da dire che non c’è più l’editoria di una volta, quella d’arte e artistica. E forse che non c’è più neppure la Milano d’una volta, quella culturalmente più all’avanguardia e coraggiosa. Verrebbe da dirlo vedendo due mostre milanesi appena inaugurate, piccole rispetto agli spazi, enormi per il mondo, l’epoca e i personaggi che raccontano. Quando fare libri era davvero un’arte e un’impresa.
La prima è la mostra I Lucini di Lucini (aperta alla libreria 121+ di via Savona 17, fino al 13 marzo) che espone una selezione dei più bei libri stampati da Giorgio Lucini, tipografo non tradizionale e intellettuale anticonformista, 71 anni, oltre quaranta dei quali alla guida dell’azienda di famiglia - l’Officina d’arte grafica Lucini - che dal 1924, attraverso tre generazioni, ha fatto e continua a fare la storia dell’editoria italiana. Tipografo per professione ed editore a dispetto di papà («Lui era scettico. Farai un solo libro all’anno, mi disse, ma che sia bellissimo»), Giorgio Lucini a partire dagli anni ’60 inventò libri assolutamente geniali per grafica, materiali, creatività e cura dei dettagli stampando opere nate dalla collaborazione con il fiore dell’intellettualità di quegli anni. Ad esempio, i libri qui esposti: il leggendario Trentadue variazioni di Eugenio Montale, in 32 diversi colori, del ’73; Guardiamoci negli occhi di Bruno Munari, composto da 25 cartoncini colorati tutti con i fori per gli occhi, del ’70; La bella addormentata nel bosco nell’edizione «cancellata» da Emilio Isgrò, del ’72, con il testo rosicchiato da macchie d’inchiostro... e poi pezzi unici di Salvatore Fiume, Alberto Longoni, Brunetta Mateldi, Mauro Reggiani.
L’altra mostra, invece, s’intitola La poesia prima di tutto (aperta allo spazio Artandgallery di via Arese 5, fino al 9 marzo) dedicata ad Arturo Schwarz, 88 anni, storico e collezionista d’arte, poeta, e anche libraio ed editore: tra gli anni ’50 e ’70 la sua libreria-galleria di via Gesù fu un “salotto” molto ben frequentato da artisti, poeti e scrittori.

In mostra, accompagnati dal video di Maria Elisabetta Marelli che racconta vita, opere ed epopea di Arturo Schwarz, si possono vedere tutti i cataloghi realizzati dalla sua casa editrice per centinaia di mostre nel mondo, e per quelle da lui stesso curate sul dadaismo, surrealismo e movimenti d’avanguardia: da Baj a Manzoni, da Duchamp a Ernst, fino a Ray e Mirò. Tutta un’altra editoria. Tutta un’altra Milano.

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