Chi trova un amico trova un tesoro, si sa. E chi non riesce a trovarlo? Sono cavoli amari. Come scopre, a sue spese, il protagonista dellarguta commedia di Patrice Leconte, Il mio miglior amico, uscito in Italia sorprendentemente con due settimane di anticipo sulla Francia. Che però non vale il suo precedente Confidenze troppo intime, scritto anche quello insiemecon lo spiritoso Jérôme Tonnerre.
A Parigi il maturo antiquario divorziato François (Daniel Auteuil), che vive con la trascurata figlia Louise, prontissima a ricambiare lindifferenza, si accende alla provocazione della bionda socia Catherine (Julie Gayet) e degli altri commensali dallaria improvvisamente poco tenera. Come sarebbe che al mio funerale non ci sarà nessuno? Ah, io non ho amici? Adesso vi faccio vedere lagenda, ho quindici appuntamenti al giorno. Guardate qui, se non mi credete. Insomma, come tanti, leremita suo malgrado prende lucciole (amici) per lanterne (conoscenti). Scommetto il vaso greco del quinto secolo, appena preso allasta per duecentomila euro, che entro fine mese ti presenterò il mio migliore amico.
Più facile dirlo che farlo. Colleghi e affini, perfino un antico compagno di scuola, lo mandano a quel paese: sei lessere più antipatico che abbia mai conosciuto, è il coro degli interpellati. Tutto preso dallostinata ricerca, trascura gli affari, ampliando il già consistente rosso in banca, finché si accorge che lunico che gli si è affezionato è il tassista chiacchierone sempre allegro Bruno (Dany Boon), appassionatissimo di telequiz, con cui sta girando la città e i dintorni allormai disperata ricerca dellanima (maschile) gemella. Che sia lui luomo della provvidenza?
Il film, spietato sotto la scorza buffa, è più godibile nella prima parte, poi perde qualche colpo, scivolando verso un finale semideludente.
IL MIO MIGLIORE AMICO (Francia, 2006) di Patrice Leconte con Daniel Auteuil, Dany Boon. 92 minuti