da Milano
«Non vi ricorda quella specie di Vergine Maria che nel film Amici miei atto II spinge il Melandri a farsi battezzare e crocefiggere?». Così un blogger liquida Marianna Madia. Sì, lei, la 28enne figlia e nipote darte candidata da Veltroni come capolista per le allodole del Pd nel Lazio. Nonostante il basso profilo tenuto in questi primi mesi di legislatura, la «giovane economista» continua a far parlare di sé sulla rete.
Lavevamo lasciata a Porta a porta, quando impressionava il pubblico con una profonda disamina della sconfitta elettorale: «Non voteremo la fiducia a questo governo. Noi avremmo preferito Veltroni». Beata gioventù. Ora però la voce dellinnocenza, tacciata proditoriamente da «certa stampa» di essere raccomandata solo perché collaboratrice di Enrico Letta, di Giovanni Minoli ed ex fidanzata del figlio di Napolitano, sfoggia la ricevuta di ritorno. E alla sua candida tavolozza aggiunge il sarcasmo.
Sul suo «giovane» sito punzecchia il ministro Tremonti, lo stesso di cui si era detta seguace ammirata: «Ho provato ad andare dal benzinaio e dal panettiere a spiegare il suo teorema sullinflazione programmata e le manovre speculative ammicca Marianna -: speravo in uno sconticino, ma mi è andata male». Marianna è cresciuta e ha «ucciso» il suo idolo, trovando anche il tempo di difendere i consumatori tra una seduta in Parlamento e un tè a casa Cossiga. Daltronde laveva detto: «Quando parlavo della mia straordinaria inesperienza mi riferivo a quella politica. In economia ho una formazione e delle competenze». Tanto da far le pulci al ministro. Daltronde lei ha preso la mention bien al liceo francese Chateaubriand e la lode in Scienze Politiche, mica cotiche. Anzi, mica pâté de fois gras.
Sì, perché delleroina egalitaria e giacobina Marianna ha solo il nome. Chiedere agli studenti dellUniversità Bicocca di Milano, che in un blog la accusavano di essere entrata allArel (lente di Andreatta) senza laurea. Marianna smentisce e non si offende. Profilo destro, profilo sinistro e un bel sorriso per voi: «Vorrei che la politica dimenticasse la parola contro. Dobbiamo ritrovare il tempo delle idee e dellamore». I fiori nei cannoni li mettiamo appena abbiamo finito di innaffiarli.
Epperò i suoi boccoli da quadro di Velazquez e le palpebre da Patty Pravo non lhanno salvata dalle critiche. Anche nel centrosinistra, soprattutto dallala più radicale che non le perdona le posizioni anti-abortiste. Anche se Marianna di «anti» non vuol sentir parlare. Lunico nemico fa capolino dalla sua pagina di Facebook: è il surriscaldamento del pianeta. Il problema che più sta a cuore a benzinai e panettieri, si sa.
Vabbè che poi sparare sulla precaria-per-finta Marianna è facile come centrare lorso Yogi addormentato. Lei però non fa molto per spazzar via laura da educanda dei quartieri alti: «Abito a Fregene», si difendeva da chi la bollava come una pariolina. Peccato che Fregene sia meta sempre più radical-chic, una specie di Parioli a 15 km da Roma e per di più sul mare.
Poi ci sono gli interventi sul blog. Le petizioni firmate con le colleghe del Pd contro il blocco dei processi, le interrogazioni, la battaglia per linnalzamento degli stipendi dei dottorandi. Una specie di blitzkrieg, in realtà, perché il ministro Gelmini ha accolto le richieste a tempo record. E i commenti, in cui interagisce con i lettori in un proliferare di smiles e battute tipo: «By the way, Tommaso: io sono liberal, non liberale :-)». Oooooh yeah, avrebbe chiosato Jannacci. E infine ci sono i video delle sue interviste, dove regala pillole di eloquenza stile Trapattoni: «Abbiamo bisogno di mettere in campo un modello di sviluppo che dia davvero futuro da qui e per le generazioni future».
Ma Marianna non si preoccupi. Se il suo avvenire rispecchierà la sua recente vertiginosa carriera politica, sarà più rosa del Tenerone del Drive-In.
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