Eh sì, ci vorrebbe ogni settimana uno sciopero dei giornalisti tv. Che pacchia, specie per i nostri poveri orecchi sottoposti a tutte le ore a indescrivibili supplizi. Prendete i telegiornali, che si rincorrono per ventiquattrore servendo sempre lidentica zuppa, a prescindere dal canale di appartenenza. Quello delle 8 è uguale a quello delle 11, che si ripete alle 13, non cambia alle 17, torna nella stessa versione alle 20, si rifà sotto, gemello degli altri, alle 22.30 e ci manda a dormire senza aver mutato una virgola intorno a mezzanotte. Tra laltro con nove notizie su dieci rubate ai quotidiani del mattino.
Grazie (grazie e grazie ancora) allo sciopero dei giornalisti, venerdì e sabato ci è toccato sorbircene soltanto due al dì, uno a pranzo e laltro a cena. Ma mica la solita minestrina riscaldata con ridicole mezzebuste che si credono altrettante Anna Magnani, ossessive immagini di repertorio e inflessioni dialettali a volontà, insomma mezzora scarsa (aggettivo che calza a pennello) di fuffa confezionata con carta argentata e mille nastrini. Con lo sciopero ecco il miracolo: cinque minuti cinque di notizie: un conduttore (scortesemente anonimo nei Tg Rai, con educato nome in sovrimpressione in quelli Mediaset) che legge in estrema sintesi i fatti principali, senza smorfie, né manfrine, né tantomeno rivolgendosi a partner fortunatamente assenti, né facendo da fastidiosa grancassa al programma successivo.
Nei tg Rai due minuti secchi (!) se ne sono andati per la lettura integrale, ripetuta implacabilmente ogni volta in apertura e in chiusura, di un delirante comunicato sindacale («...gli editori vogliono rendere i giornalisti più ricattabili; gli effetti sulla qualità dellinformazione offerta a voi cittadini sarebbero pesantissimi; i giornalisti italiani contrasteranno in tutti i modi questo progetto»); in quelli Mediaset è stata data invece una spremuta del bollettino di guerra, se non altro meno fumoso.
Ma i benefici aspetti di labbra e lingue incrociate si sono fatti sentire anche al di là dei tg. Cogliendo fior da fiore venerdì è saltato il micidiale Verissimo di Canale 5, sabato linutile Dribbling di Raidue, sempre sabato lo iettatorio Telecamere salute di Raitre e così via. Un elenco di cancellazioni da far impallidire gli analoghi blocchi dei voli, con salutari iniezioni di film a tutte le ore: e si faccia avanti chi ha rimpianto le colte chiacchiere di Corrado Augias (Cominciamo bene - Le storie di Raitre) sostituito venerdì a mezzogiorno da un capolavoro come Il cappotto con Rascel.
E che dire del doppio Italia-Slovenia (venerdì e sabato) senza commento? Una meraviglia. Quasi come gli attesissimi talk show muti. Peccato solo che Maria De Filippi e Milly Carlucci non siano giornaliste. Il pubblico ne sarebbe entusiasta.
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