Ha ragione Paolo Pietrangeli quando, biasimando una ridicola estensione del politically correct, ironizza: «La revisione storica mi fa rabbia, quella canzonettistica però mi fa ridere». È successo che al concertone del Primo Maggio i Modena City Ramblers abbiano proposto la mitica Contessa in una versione riveduta e corretta, diciamo addolcita. Laddove, nel lontano 1966, Pietrangeli intonava con crudo sdegno proletario: «Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra/ vogliamo vedervi finir sotto terra», in questo 2006 la band emiliana ha così ritoccato il verso cruciale: «Ma se questo è il prezzo siam pronti a gridare/ che noi questo mondo vogliamo cambiare».
Ora è vero che le canzoni popolari sono per loro stessa natura cangianti, facili ai rimaneggiamenti. Quella che sarebbe divenuta Giovinezza alle origini era una sentimentale marcetta intitolata Il cerchio. E anche Bella ciao non nacque come storia partigiana. Ma Contessa sarà davvero una canzone popolare? I Modena City Ramblers, sollevando le perplessità pure de lUnità, spiegano di aver operato il ritocco mossi da uno scrupolo politico-pedagogico: pesare le parole di fronte ai tanti fan diciottenni intenti a fare il segno della pistola sotto il palco.
Che tempi, non cè più rispetto nemmeno per la «Contessa»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.