da Valencia
Lo chiamano Checco ma all'anagrafe fa Francesco Bruni, iscritto nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, uno dei migliori talenti italiani espressi dalla nostra vela olimpica. Tre Olimpiadi in tre classi diverse: Laser, 49er e Star. Ad Atene è arrivato settimo: «L'ultimo giorno puntavo a un miracolo per il bronzo, ho cercato la soluzione di forza ed è andata male». In questi giorni non ha il suo posto il testa all'albero di Luna Rossa, da dove scrutava le raffiche. «Ovviamente non sono contento di non essere tra i titolari - racconta - ma siamo una squadra molto unita, molto più compatta che a Auckland e rispetto queste decisioni». Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare alla base la sua Star, la barca con cui punta a un posto in squadra per Pechino, con campo di regata Qindao. «È tutto molto difficile - racconta - ma ci voglio provare. Per potermi selezionare devo partecipare e fare un grande risultato al mondiale Star che, purtroppo, comincia a Cascais appena finisce la Coppa. Il sistema di selezione previsto dalla Federvela è su cinque regate e io ho dovuto rinunciare alla prima per la Coppa».
La strada è in salita, gli altri timonieri italiani in lizza sono l'altro finanziere Diego Negri, Luca Modena e Luca Simeone. A Valencia c'è un atleta che gli somiglia, anche se ha vinto molto di più: è l'inglese Ben Ainslie che più volte in carriera ha scelto di rinunciare a ruoli di contorno per timonare.
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