da Roma
Ministro Ronchi, lEuropa critica liniziativa italiana di prendere le impronte ai bambini nei campi nomadi ma da poco più di un mese ha deciso di rilevarle ai bambini extracomunitari. Crede che si possa trovare un punto di accordo?
«Sono convinto che in Europa nessuno pensi che sia sbagliato proteggere e tutelare un bambino. Chi può pensarlo? Credo che il regolamento europeo che prevede di prendere le impronte ai bambini extracomunitari sopra i 6 anni, abbia lo stesso spirito: non una volontà di schedare, di ghettizzare, ma una valenza di tutela, per censire, individuare, proteggere».
È proprio necessario controllare i bambini?
«Non si tratta di una schedatura ma di un censimento. Capire quanti sono, la loro scolarizzazione, la loro salute, le loro difficoltà psicologiche, le violenze alle quali sono sottoposti. Si tratta di tutelare la dignità di questi bambini, evitare lodioso sfruttamento di cui sono vittime che è una vergogna sociale».
AllEuropa spiegherete che cè unemergenza bambini rom in Italia?
«Uno Stato di diritto che ha dei valori ha il dovere di difendere i bambini. Chi protesta perde una buona occasione per capire che certi argomenti sono al di sopra della polemica politica. Quante volte ci indigniamo ai semafori. Abbiamo letto mai lo sguardo di questi bambini ai quali hanno inculcato fin da piccoli a vivere in quel modo? Interverremo anche sulla patria potestà. Uno dei punti di forza del pacchetto sicurezza è che il genitore che condiziona la psicologia di questi bambini, inculca la paura, il terrore per fargli fare quella vita, non ha il diritto di essere padre».
Su alcuni aspetti del pacchetto sicurezza lopposizione è sembrata daccordo, su questo provvedimento invece cè una bocciatura assoluta. Che ne pensa?
«È troppo comodo indignarsi per un bambino sporco e maltrattato e poi protestare adesso, quantomeno cè una forte incongruenza. Noi vogliamo tutelare i bambini di tutti i colori, di tutte le etnie, proteggerli, farli crescere, non creare altre generazioni violentate nella testa sin dai primi giorni della loro vita».
I bambini rom però sono cittadini europei.
«Ma soltanto sapendo chi sono si possono tutelare e proteggere.
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