Ora lesame del Dna si fa anche ai cani. Basta strappare un ciuffetto di peli e portarlo in laboratorio per avere tutte le informazioni sulla famiglia del cucciolo che ci si porta a casa. Una verifica in più rispetto al pedigree classico, che rivela sangue blu o documenti di nascita taroccati. Stravaganze da padroni? Eppure è capitato anche questo al Tribunale di Aidaa, lassociazione che difende gli animali e lambiente.
Una signora chiede lesame del Dna per accertare la paternità del cagnolino che ha acquistato da poco. A gennaio la donna paga 900 euro a un allevatore amatoriale per avere uno yorkshire. «È di razza purissima» le assicurano al canile. E lei, tutta contenta, torna a casa con il suo bel cagnolino: un batuffolo di pelo che ogni sera le si appallottola di fianco sul divano. Gli compra ciotola e cuccia, lo vizia con fiocchetti e guinzagli super trendy. Tutto fila liscio per qualche settimana: passeggiate, coccole, sgridate per qualche pipì sul tappeto. Poi qualcosa inizia ad andare storto. Il cane mignon si ammala di bronchite e passa le giornate rannicchiato, senza mangiare, con poca voglia di giocare. Le cure e le mille attenzioni della padrona non bastano.
Da qui scatta il sospetto: la signora ripesca dai cassetti i documenti del pedegree del suo cucciolo, li legge attentamente e vuole vederci chiaro. (...)
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