C’è stato un periodo che incontravo ogni giorno Pier Luigi Bersani. Uscivo di casa e sentivo la sua voce tuonare nella piazzetta accanto, quella vociona da compagno in calore da comizio; poi due giorni dopo un altro comizio alle spalle di casa, stesso tono sovietico- emiliano in maniche di camicia, poi perfino in un piccolo teatro a fianco a casa mia, chiamato Teatro dei Comici,insieme a D’Alema: sembravano Frassica e Ferrini ai tempi di Quelli della Notte.
Ho pensato che facesse comizi condominiali e poi, con le maniche rimboccate, lavasse pure le scale. O che facesse la raccolta differenziata, passando tre volte a settimana.
Poi lo trovavo a far la spesa, una volta alla cassa mi ha rubato pure la busta di plastica. E lo vedevo fermo per strada, ma dal capannello intorno a lui non riuscivo a capire se avesse uno stand e vendesse qualcosa, che so, piadine e salsicce.
Ora che vorrei tanto vederlo,non l’incontro più. Vorrei vedere se ha il braccino amputato, considerando che Penati era suo braccio destro. Vorrei sapere se usa lo stesso vocione contro Tedesco, Pronzato e i 101 indagati del Pd. Vorrei chiedergli se anche il suo partito rientra nella categoria dei beneficiati a loro insaputa.
Vorrei sapere se ha voglia ancora di far la morale agli altri, di pulire le case altrui e di far lo spiritoso con Crozza, perché non stiamo qui a pettinare le scimmie e a spazzolar cinghiali. E si capisce se uno è ladro dal furto che compie e non dalla mano che usa per rubare: chi ruba con la sinistra sarà pure mancino ma resta ladro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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