Ma chi è lo spaccone di oggi?

Era per tutti lo «spaccone» e, ormai, non c’è più. Ma qualcuno potrà essere l’erede di Paul Newman, non tanto al cinema quanto, più in generale, nella sua «spacconaggine»? Qualcuno, forse, lo è già, e non ce ne siamo mai accorti, finché il modello di riferimento è scomparso, all’improvviso, e allora ci ha lasciati a rifletterci su. È quello che hanno fatto, negli interventi raccolti in questa pagina, tre firme del nostro quotidiano. Le risposte sono diverse, alcuni nomi ricorrenti.
Ci può essere un pizzico di nostalgia, il dubbio che un altro spaccone così, in fondo, non capiterà mai più. Però tentare vale la pena: la spacconaggine è, comunque, una dote. Come si vedeva bene nel film di Robert Rossen: girata nel 1961, quarantasette anni fa, la pellicola ha creato un mito, quello dello spavaldo buono, non arrogante ma simpatico, pieno di vitalità e anche un po’ furbo ma, comunque, piacevole e alla mano. Cioè Eddie Felson, il giovane della periferia che cerca di sbancare in città, che tutti chiamano Eddy lo svelto ma, alla fine, si fa fregare, che in realtà pensa all’amore della sua vita, sa perdere e sa che c’è sempre una sfida nuova che ti aspetta.


Paul Newman-Eddie Felson è diventato un’icona, e Paul Newman poi è rimasto quel ragazzo lì: irresistibile, irraggiungibile, adorato, ma mai troppo sbruffone, mai scortese, geniale ma non maledetto, insomma mai conformista, di quelli autentici, senza nessuno sforzo. Spaccone, in senso buono.

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