Paolo Giordano
da Milano
Si fa presto a dire che non li dimostra: oggi Piero Chiambretti compie cinquantanni e provate a distinguerlo da quello che nell88 iniziò il suo praticantato nella grande tv. Pressoché impossibile: stesso sorriso, stessi lampi ironici e neppure la voglia di rompere gli schemi è cambiata. Di tutti i personaggi che nei suoi programmi ha recuperato, rilanciato, inventato, il migliore rimane ancora il suo perché è impossibile imitare Piero Chiambretti senza superare i limiti di velocità. Piaccia o no, è il battutista più veloce in circolazione e qualche volta pure David Letterman lo invidierebbe, se potesse.
Prendete Markette, il suo salotto su La7 che ha una clamorosa media del 4,4 per cento di share (quella di rete è attorno al 3) e dal quale prima o poi sono passati tutti. Lì si può tastare il polso alla società perché ne raccoglie i picchi di cattivo gusto, le impennate modaiole, le variazioni politiche o semplicemente quelle di costume. Ha capovolto la prospettiva: lospite può farsi massacrare in studio ma poi uscirne a testa alta. Può fare una figuraccia ma conquistare ascolti o addirittura lapplauso del pubblico. Insomma, comunque vada, sarà un successo e lo sanno bene le centinaia di vip, semivip o aspiranti vip che in questi anni si sono avvicinati (facendo la coda) a quelle poltrone come fossero forche caudine, provando a replicare al fuoco di fila di battute, gag, insinuazioni. Alla fine il loro ritratto è completo ma le tinte sono inusuali. Insomma, lui fa «laltra tv», quella che pastorizza i luoghi comuni e li rende digeribili. Come dice (o minaccia): «La tv continuerà a vivere di markette e Markette continuerà a essere in tv». Intanto, per festeggiare questi suoi 50 anni è la tivù che lo omaggia visto che il Grande Talk condotto da Alessandro Zaccuri su Sat 2000 gli dedica una puntata speciale dalla Cattolica di Milano: registrazione il primo giugno con tutti gli studenti, e trasmissione il 2 alle 22.35 (con replica sabato alle 9 e alle 21). Insomma, se vogliamo, una marketta a Chiambretti.
«La tv - dice oggi - è tutta la mia vita. Per realizzare un programma ci si mette lo stesso tempo di un figlio: oggi ho un asilo nido. E del passato non rinnego nulla, neanche i programmi meno riusciti. Questa fase della mia vita è la somma del lavoro negli anni passati». Ed è pure il risultato delle delusioni come sicuramente è stata la fine della sua avventura in Rai: «Ho imparato lì, ho tanti amici che ci lavorano ancora. Ma non è il momento di tornare anche se ho avuto tante proposte.
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