Chiare, fresche e dolci acque, tre secoli dipinti in Arno

L’Arno, una storica vena d’acqua che ha trasportato per secoli imbarcazioni con preziosi carichi. Il marmo, a esempio, l’«oro bianco», che dalle Apuane partiva per cantieri e botteghe del mondo. Per questo Seravezza, una delle tre città della Versilia medicea, con Stazzema e Pietrasanta, ha deciso di dedicare una mostra all’iconografia del fiume: «Terre d’Arno. Paesaggi e cultura nella pittura italiana tra fine Seicento e metà Novecento». Un itinerario che restituisce, attraverso un centinaio di immagini di grandi artisti, la vita del fiume lungo tutto il suo complesso corso: pesca, feste, regate, lavandaie e renaioli. Un’attività inimmaginabile oggi. Nel passato, l’Arno era pulito, trasparente e vitale. Vi si faceva Il bagno, come racconta un bel dipinto del 1898 di Egisto Ferroni, in cui una giovane madre immerge divertita uno dei suoi figli nell’acqua. Le Bilance a Bocca d’Arno, firmato nel 1895 da Niccolò Cannicci, presenta una realtà ancora in parte presente: le reti che alla foce di Marina di Pisa dondolano tra barche e capanne. Ma anche le capanne stanno per sparire.


LA MOSTRA
«Terre d’Arno. Paesaggi e cultura nella pittura italiana tra fine Seicento e metà Novecento». Seravezza, Palazzo Mediceo. Sino al 12 ottobre. Catalogo Bandecchi&Vivaldi. Info: www.palazzomediceo.com.

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