da Chiavari
Li fermano ieri alle 14. Li fermano mentre segano di gran lena le magnolie dei viali Tappani e Arata. Lavorano dall'alba gli operai della ditta incaricata dal Comune di Chiavari. Ne hanno affettate e impilate 38. Poi «arrivano i nostri». Gianluca Podestà del Comitato pro-magnolie piomba a scheggia, molla la moto e corre. Ha in mano la sospensiva del Tar per bloccare tutto. Il fiato corto, la rabbia di una battaglia che sembrava chetata. Macché. Un operaio lo ignora, deve finire il lavoro. Un'altra magnolia stramazza a terra. Tocca ai Carabinieri intervenire. Il dirigente comunale prende atto. Si torna a casa.
Il bilancio è di quelli che agli ambientalisti fanno venire una sincope. E un rodimento di stomaco che levati ai 3300 cittadini firmatari della petizione perché nessuno nei viali toccasse nulla. Le 100 palme a 1.400 euro l'una mica erano state acquistate dall'amministrazione per sostituire le magnolie. Sarebbero state sistemate dove c'era necessità. L'associazione Verdi Ambiente e Società aveva tirato un sospiro di sollievo. Il ricorso al Tar non aveva ragion d'essere. Stop.
Ma Daniele Granara, legale della onlus, sta allerta. Non si sa mai. E infatti il 30 arriva la delibera della giunta comunale avente per oggetto «taglio delle piante di magnolia in viale Tappani e Arata». Granara salta sulla sedia e fa le ore piccole per preparare il ricorso. Ieri il Tar «accoglie la domanda di sospensione provvisoria dell'esecuzione dei provvedimenti impugnati, nella parte in cui prevedono il taglio immediato degli alberi, sino alla pronuncia collegiale della domanda cautelare», fissata il 15 giugno. Ecco il foglio che il professor Podestà sventola senza fiato. Intanto trentotto magnolie segate su ottantotto. «Sane - ribadisce il professore -. La perizia ce lo conferma e non mettevano di certo a rischio la pubblica incolumità. Senza contare che quell'habitat non è assolutamente adatto alle palme».
Di parere contrario Giuseppe Corticelli, assessore ai Parchi e Giardini: «Lo studio di un agronomo di chiara fama ci ha dimostrato come 42 magnolie fossero irrecuperabili. Andavano eliminate per la sicurezza. Non è chiaro comunque come il Tar abbia concesso una sospensiva senza conoscere le motivazione dell'operazione avviata dall'amministrazione».
Ma da Chiavari s'è alzato un boato. C'è chi lo chiama blitz. «Mandare gli operai alle 6.15 significa provare vergogna per quanto si sta facendo - incalza Gianluca Ratto, coordinatore Forza Italia Chiavari -. Significa temere le reazione dei cittadini. Proponiamo di cambiare nome ai due viali: più semplicemente definirli Viale dell'Impero Comunista».
Emanuele Rustichelli, portavoce di Fi e Paolo Uccelli, consigliere di Obiettivo Chiavari chiedono le dimissioni di sindaco e giunta. Intanto c'è chi, come il botanico chiavarese Andrea Vaccari, la prende in versi e la tramanda ai posteri: «Noi, le defunte magnolie quarantenni di Chiavari eravamo una cinquantina, forti sane e belle e stavamo fiorendo di bianco profumato quando alle ore sei del mattino motoseghe progressiste hanno iniziato il nostro genocidio. Ci avevano spiegato che le nostre foglie lucide non si adattavano alla visione di riassetto urbano di cui una città centrosinistramente guidata deve godere. Né ci consolava sapere che il nostro posto verrà preso da palme da dattero forse scelte in prudente preparazione dell'ambiente a favore dell'incombente ondata islamica.
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