Cambiano i tempi, e cambiano i costumi. E alle volte, cambiano anche i sessi. Circostanze che possono spiazzare anche un giudice. Lo stesso che ieri, nel concedere un divorzio consensuale, è scivolato su una mezza gaffe. «Scusate avvocati, ma manca una delle parti?». No, le parti cerano entrambe. Marito e moglie. Solo che la moglie, da due anni, è diventata uomo.
Prodigi del codice e della natura umana. Tutto inizia più di dieci anni fa. È il 1996 e lui, un cubano allora 22enne, si sposa con lei, italiana di 23. Una bella cerimonia in municipio a Milano. Poco tempo dopo il matrimonio, il ragazzo ottiene la cittadinanza italiana. Ancora un po di tempo, e la moglie comincia a nutrire i primi dubbi sulla propria «appartenenza». E prima del salto di sponda, il lungo iter legale per ottenere infine - e siamo al 2004 - una sentenza civile che autorizza la «rettifica dei caratteri sessuali biologici». In altre parole, il nullaosta alloperazione.
La donna diventa uomo, ma - per il momento - solo nella sfera privata. Perché lanagrafe se ne accorga, infatti, deve passare un altro anno. Solo nel giugno 2005 arriva la sentenza di «rettifica dello stato civile». Ora lei è ufficialmente lui, anche sulla carta didentità. I due uomini, a questo punto, decidono di prendere ognuno la propria strada.
Il 3 ottobre scorso, linsolita coppia - assistita dagli avvocati Davide Gagliardi e Domenico Radice - presenta ricorso per ottenere il divorzio immediato, senza passare dal limbo della separazione. Circostanza rara, ma in ogni modo prevista dalla legge.
La norma, che risale al 1970, stabilisce infatti che in casi del tutto particolari (e tra questi sono contemplati il tentato omicidio del coniuge e, appunto, il cambio di sesso di uno dei due), si possano «saltare» i tre anni di separazione che normalmente devono essere affrontati da quanti hanno intenzione di chiedere il divorzio.
E così ieri è stato. Lui e lui, davanti al giudice della nona sezione civile Anna Maria Gerli. Che, superato la perplessità iniziale, ha chiuso ludienza facendo firmare due volte a quella che era stata la moglie. Prima col nome da donna, poi con quello da uomo.
Tratto in inganno, il magistrato desperienza.
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