Una meta per i turisti, con ristoranti, negozi e botteghe artigiane sotto il segno del dragone. Il futuro di via Sarpi potrebbe assomigliare molto ad altre Chinatown famose nel mondo, come Londra o New York. Una proposta lanciata da commercianti (italiani) del quartiere, benedetta dal Comune e dal console cinese Zhang Limin («può rendere più bella la zona») e già bocciata dai residenti di ViviSarpi: «Siamo fortemente contrari, vogliamo un quartiere multietnico», afferma il loro portavoce Pierfranco Lionetto.
Che anche ieri, dopo il tavolo sulla delocalizzazione dei grossisti da via Sarpi al Gratosoglio riunito a Palazzo Marino, è rimasto senza risposte sulla ztl - sempre più un miraggio - o isola pedonale che sia. Slitta tutto un’altra volta, ad aprile: il Comune ha chiesto ai manager cinesi che vogliono costruire l’Asian Trading center in via dei Missaglia di presentare il progetto protocollato con la scaletta dei tempi entro aprile, «o diventerà una favola metropolitana. Non si può tergiversare», afferma il vicesindaco Riccardo De Corato. Il polo dell’ingrosso dovrebbe nascere in circa 30 mesi e «c’è piena condivisione - afferma l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli - ma chiediamo agli imprenditori di formalizzare al Comune il progetto perché la credibilità è collegata alla tempistica. Vogliamo la data certa di inizio e fine. Se il progetto salta, tra un anno il nuovo piano di governo del territorio vieterà comunque l’ingrosso in zona Sarpi». Un’altra cordata ha presentato un progetto su via Ripamonti, ma «non va bene, il parco sud è un’area inadeguata». Di pari passo col Gratosoglio andrebbe invece una base logistica (pronta in autunno) a Lacchiarella. Il percorso è a ostacoli. «Vogliamo deideologizzare la questione di trasloco e Ztl - spiega De Corato -, torneremo a riunirci dopo le elezioni». Tempo che «servirà a costruire il massimo consenso sia dei cittadini di via Sarpi (italiani e cinesi) sia del Gratosoglio».È stato intanto rispolverato e spedito agli uffici tecnici il progetto di pedonalizzazione di Sarpi-Canonica realizzato dall’Unione del commercio nel 2003, ipotesi su cui è più facile costruire il consenso invece della Ztl bocciata dai commercianti sia cinesi che italiani. «Il quartiere tornerà alla sua origine, zona di piccole botteghe, artigianato - spiega l’assessore alle Attività produttive Tiziana Maiolo -, il progetto di isola pedonale che già esiste può andar bene a tutti». C’è il problema dei parcheggi: a breve partirà il cantiere di piazza Lega Lombarda.
Il console Limin dice no alla Ztl («ci vuole tempo per trasferirsi, come vivrebbero i commercianti?») mentre isola pedonale o Ztl che sia, afferma Lionetto per ViviSarpi, «vogliamo la scaletta dei tempi, come per la delocalizzazione». La Lega tira dritto: «Non accettiamo di dipendere da una comunità che cambia idea ogni settimana - dice il capogruppo Matteo Salvini -. Da metà marzo, in aula la mozione sulla Ztl». Il Pd è pronto a votare sì.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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