Chinatown Il dormitorio clandestino: diciannove letti in tre stanze

Avevano trasformato due appartamenti, un bilocale e un monolocale, in un dormitorio con 19 posti letto da affittare «per sei o sette euro al giorno». I due affittuari, cinesi regolati, venerdì sera sono stati denunciati dai carabinieri della compagnia Duomo per sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nelle due abitazioni, entrambe al numero sei di via Messina, in piena Chinatown, i militari hanno identificato 19 cinesi, tra i 22 e i 64 anni. Per uno di loro inottemperante all’ordine del questore è scattato l’arresto, mentre altri sette sono stati denunciati perché irregolari in Italia. A far scattare il blitz le denunce di altri condomini insospettiti dal continuo via vai e dall’odore proveniente dai due appartamenti, ora sottoposti a sequestro preventivo.
Solo, qualche giorno fa, precisamente martedì sera, la polizia municipale aveva scoperto in via Pasteur due cantine-dormitorio per clandestini che erano prive di finestre e di tubi di scarico per il monossido di carbonio: i vigili avevano sequestrato così tre bombole del gas e sigillato la cucina, chiedendo il sequestro degli ambienti all’autorità giudiziaria. Le due cantine erano risultate proprietà di un egiziano. Nella prima, di circa 25 metri quadrati, dormivano 7 egiziani, di cui 2 clandestini, che avevano dichiarato di pagare 150 euro per il posto letto. Nella seconda, di circa 20 metri quadrati, erano stati trovati quattro cingalesi, di cui uno irregolare, che versavano 100 euro a testa per dormire. L’Asl aveva subito dichiarato la precarietà delle condizioni igienico sanitarie.
Contemporaneamente, dopo una segnalazione di residenti, vennero controllati anche tre appartamenti di via Padova.
E in uno i tecnici A2a avevano dovuto sigillare l’impianto a gas per scongiurare il rischio di un’esplosione.


Venti gli extracomunitari complessivamente identificati nelle due operazioni di cui quattro clandestini. Un egiziano e una nigeriana erano stati denunciati per favoreggiamento all’immigrazione irregolare. Le tre abitazioni erano risultate di proprietà, di proprietà di un italiano e di due egiziani.

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