Roberto Fabbri
Il mondo «non può accettare» che lIran «abbia avviato il processo che potrebbe, attraverso l'arricchimento dell'uranio, portare alla creazione di armi nucleari». Lo ha detto ieri il presidente francese Jacques Chirac al termine dell'incontro bilaterale con il premier britannico Tony Blair tenutosi a Parigi nel corso del quale i due leader hanno annunciato la creazione di un foro franco-britannico per rafforzare la cooperazione sullatomo civile: Londra intende affrancarsi dal petrolio puntando sul nucleare.
Dichiarazioni molto chiare, che arrivano nel giorno in cui Teheran - che entro poche settimane dovrà rispondere alle profferte fattele da Europa e Stati Uniti in cambio dello stop allarricchimento delluranio - torna a segnalare di non voler sospendere alcunché e anzi conferma il contenuto del rapporto dellAgenzia atomica internazionale (Aiea) per il quale lattività di arricchimento è invece ripresa a pieno ritmo.
Chirac ha anche detto di sperare che la crisi nucleare iraniana possa concludersi con «unuscita dignitosa per tutti», riferimento allazione, in verità faticosa e che al momento non pare sortire risultati significativi, del cosiddetto gruppo «5+1», che comprende i cinque «grandi» dellOnu e la Germania.
Intanto la presidenza di turno austriaca dellUe precisava che lIran avrà tempo fino al vertice G8 del 15-17 luglio a San Pietroburgo per rispondere allultima proposta del gruppo, quel generoso pacchetto di concessioni economiche, diplomatiche e anche in campo nucleare messo sul tavolo pochi giorni fa e che sancirebbe, se accolto, lavvio di un nuovo e più disteso rapporto con lIran degli ayatollah. «Se l'Iran rifiuterà la proposta degli europei (stilata da Francia, Gran Bretagna e Germania, ma appoggiata anche da Usa, Russia e Cina, ndr) - ha detto il cancelliere Wolfgang Schüssel in unintervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung - allora bisognerà discutere di come andare avanti nell'ambito del G8».
Anche la Casa Bianca stringe i tempi. «Abbiamo dato agli iraniani un periodo limitato di tempo, sia chiaro, settimane e non mesi, per assimilare la proposta ed elaborarla - ha detto il presidente George Bush durante una conferenza stampa congiunta con il premier danese Anders Fogh Rasmussen -. Se decideranno di non sospendere il loro programma in modo verificabile, il Consiglio di sicurezza dovrà prendere delle misure».
In attesa di risposte ufficiali da parte iraniana, però, i primi segnali non paiono incoraggianti. Il capo del Consiglio dei guardiani (la Corte costituzionale di Teheran), layatollah Jannati che ieri parlava come guida alla preghiera del venerdì, ha ribadito la consueta linea intransigente: «La nazione iraniana, le autorità e la Guida Suprema (layatollah Khamenei, ndr) non accetteranno una rinuncia ai nostri diritti inalienabili.
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